Valoritalia, in collaborazione con EOS Solutions (gruppo del settore dell'Information Technology), annuncia il lancio di Tessa, un software creato per aumentare l’efficienza della tracciabilità dei vini italiani a Denominazione di Origine. Un'innovazione tecnologica, che vede una combinazione di piattaforme digitali e l’utilizzo della Intelligenza Artificiale per rendere il processo di certificazione più rapido e sicuro. «Questo progetto è un esempio di come la Digital Transformation possa apportare innovazione e benefici concreti ai processi aziendali, anche in contesti complessi» dice Attilio Semenzato presidente della Eos Solutions.
Piattaforme digitali
«Tessa nasce dalla necessità di innovazione e aspirare a diventare e dare qualcosa di migliore» dice Francesco Liantonio, presidente di Valoritalia. «Certificare il vino italiano è una responsabilità enorme e noi rilasciamo un “patentino” a oltre due miliardi di bottiglie l’anno. Il che vuol dire aver verificato una bottiglia da un punto di vista documentativo e ispettivo e averla collegata a una vigna di provenienza con forte rigore e certezza del dato».
Tessa fa uso delle tecnologie Dynamics 365 di Microsoft, come Business Central e Customer Experience Platform per centralizzare i processi transazionali e relazionali che sono alla base delle certificazioni gestite da Valoritalia. Dynamics 365 Field Service permette di ottimizzare il supporto agli ispettori nei vigneti e nelle cantine, garantendone la tracciabilità e il controllo delle informazioni. Strumenti come SharePoint e Teams migliorano la gestione documentale e la collaborazione interna, mentre Power Pages facilita l’accesso sicuro ai dati per tutti gli utenti del sistema, dai Consorzi di Tutela alle imprese alle Istituzioni che supervisionano gli Enti di certificazione.
L'uso della Ia nel nuovo software
L’integrazione dell’IA nel processo di certificazione, offre invece numerosi vantaggi, tra cui la riduzione del rischio di frode e algoritmi avanzati a supporto del processo produttivo, dalla vendemmia all’imbottigliamento. Un valore aggiunto dell’utilizzo di questa tecnologia è la possibilità dell’analisi predittiva, grazie a cui è possibile analizzare grandi quantità di dati, ottimizzando i processi e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità aziendale. Integrando queste componenti digitali alle fasi di certificazione, porterà ad una riduzione dei tempi delle operazioni documentali che accompagnano le fasi di prelievo in campo e in cantina, le analisi chimiche e organolettiche e la gestione dei contrassegni di Stato. Oltre a una maggiore rapidità, il software garantirebbe una tracciabilità ancora più accurata di tutte le operazioni aziendali e assicurare, al contempo, un alto livello di sicurezza dei dati.
Obiettivi e vantaggi
Valoritalia certifica 219 denominazioni di origine, che nel loro insieme rappresentano poco meno del 60% della produzione nazionale dei vini di qualità. Solo nel 2023 gli operatori inseriti nel sistema di verifiche di Valoritalia sono stati infatti poco meno di 93 mila e hanno generato circa un milione di operazioni tracciate in ogni dettaglio; una produzione pari 17,7 milioni di ettolitri e oltre 2 miliardi di bottiglie immesse sul mercato, per un valore superiore a 9,2 miliardi di euro. «Miriamo ad un accorciamento dei tempi dei sei giorni attuali e un miglioramento del servizio che forniamo» dice Liantonio. «I dati raccolti, della singola azienda come quella di un consorzio, e gestiti da Valoritalia, li rilasceremo nel sistema, cioè verranno messe a disposizione alle stesse aziende per effettuare delle scelte più mirate e opportune. Vogliamo creare un “sistema informatico” a favore e a tutela del vino italiano».
Gli fa eco Giuseppina Amodio, Dirigente Tecnico Operativo Valoritalia, «In questo modo prevediamo una riduzione dei costi indiretti legati alle attività che i nostri clienti devono svolgere per rispondere alla normativa di invio dei campioni verso l’organismo di certificazioni, o l’invio di documenti e comunicazioni. Inoltre la possibilità di accedere ai dati raccolti in modo veloce consentirà alle aziende di adottare le più opportune scelte strategiche e muoversi nel mercato più agevolmente». «Non è un punto di arrivo, ma di partenza, il progetto continua in cui ci saranno evoluzioni importanti è un percorso incominciato con la digitalizzazione ma soprattutto abbracciamo l’Ia che diventerà strumento capace di far emergere il vino italiano nel mondo» conclude Liantonio.