Ancora un acquisto di azioni di Masi Agricola da parte di Enpaia (ente nazionale di previdenza per gli addetti e impiegati in agricoltura), già detentore di un pacchetto di azioni della società vinicola veneta quotata a Piazza Affari su Euronext Growth Milan, e tra i leader italiani nella produzione di vini premium, con 30,2 milioni di ricavi nel primo semestre 2024 e 66 mln in tutto il 2023). Di fatto, i Fratelli Boscaini (Sandro, Bruno e Mario) hanno ceduto una parte del pacchetto che a loro volta avevano acquistato nella primavera scorsa, dopo la burrascosa vicenda che aveva portato Renzo Rosso e la sua Red Circle investments, a uscire, a seguito di un accordo tra le parti, dalla società presieduta da Sandro Boscaini.
Ai Boscaini resta oltre l'80% delle quote
Nonostante il momento di flessione generale del settore vitivinicolo italiano e mondiale, per Boscaini la decisione di Enpaia rappresenta un messaggio di fiducia: «Continuiamo a lavorare su due versanti: sull’integrazione e arricchimento dei valori di brand, con Masi Wine Experience e con l’imminente apertura della cantina aperta Monteleone21, e sul rafforzamento degli aspetti sociali e di sostenibilità dell’impresa, con la recente adozione dello status di Società benefit e del modello Masi green governance». I Fratelli Boscaini, dopo questa operazione, restano in forte maggioranza (ognuno con il 27,6% delle azioni) e con una quota complessiva dell’82,8 per cento.
Investimento da 210mila azioni
Nel dettaglio, il mese scorso Enpaia ha acquistato in due lotti dai Fratelli Boscaini un totale di 210mila azioni Masi Agricola, rappresentative dello 0,7% circa del capitale sociale. Con questo investimento, Enpaia incrementa la propria partecipazione diretta in Masi Agricola, detenendo 2.962.755 azioni in capo alla gestione principale e alle gestioni separate, pari a una soglia del 9,2% del capitale sociale rappresentativo di azioni che conferiscono diritto di voto. L'aumento della quota di partecipazione di Enpaia conferma la scelta della Fondazione di «investire nell’economia reale per sostenere le aziende agricole che costituiscono l’ossatura della nostra Cassa di previdenza». La decisione, come si sottolinea in una nota ufficiale, è dettata dalla volontà di generare valore duraturo per gli iscritti e di contribuire allo sviluppo di aziende leader del settore dell’agroalimentare Made in Italy.