Meno Lugana ma più caro. Nel 2024 persi 7 milioni di bottiglie

13 Feb 2025, 11:18 | a cura di
In rialzo i prezzi di vino sfuso, uve e nei supermercati. L'effetto del calo produttivo ha creato pericolosi squilibri che il Consorzio ha contenuto

Una scarsa vendemmia 2023 ha decisamente pesato sul bilancio annuale della Doc Lugana nel 2024. Quello presentato dal Consorzio di tutela presenta alcuni segni negativi, a cominciare dai volumi imbottigliati, considerato che il -30% del raccolto 2023 condizionato dalle grandinate ha contribuito a far perdere 7 milioni di bottiglie alla denominazione gardesana. I volumi 2024, infatti, sono scesi del 22 per cento, a 21 milioni di pezzi contro i 28 milioni dell'anno precedente, creando un problema di scarsità di materia prima. «In un contesto di scarsità - ha sottolineato il presidente Fabio Zenato - le aziende hanno adottato misure rigorose, come ad esempio le assegnazioni di prodotto ai diversi mercati, per garantire la continuità commerciale e preservare il valore della Doc. Questa gestione ha rafforzato la reputazione nel mondo trade».

Gli incrementi a valore

La scarsità di prodotto ha contribuito all'incremento del prezzo del vino e delle uve. Il prezzo medio per bottiglia di Doc Lugana al supermercato è salito oltre i 9 euro, con un +9% rispetto al 2023. Nel mercato del vino sfuso, il prezzo medio è stato di 4,30 euro al litro nella vendemmia 2024. Considerando le quotazioni delle uve, la media è compresa tra 2 e 2,3 euro al chilo. Un dato che, secondo il Consorzio, dimostra che i viticoltori sono riusciti a ottenere  «un giusto ritorno per il proprio lavoro senza risentire degli squilibri produttivi».

La promozione

Wine Paris (dove il Lugana parteciperà sotto l'ombrello Lake Garda Wines), Prowein e Vinitaly sono appuntamenti irrinunciabili. «Vogliamo consolidare la presenza in Germania, Austria e Svizzera, da sempre tra i più ricettivi per il nostro vino. E guardiamo con interesse a mercati come il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove il nostro impegno è quello sviluppare una maggiore visibilità e una distribuzione più capillare», come spiega Edoardo Peduto, direttore del Consorzio. L'internazionalizzazione resta un asset fondamentale.

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