Protagonisti della puntata di questa settimana sono i vini prodotti nella tenuta Case Basse da Gianfranco Soldera, che di Montalcino era un vignaiolo simbolo, e tale è rimasto dopo la morte, avvenuta nel 2019 per l’uscita di strada della sua auto, probabilmente a causa di un malore che lo aveva colpito mentre ispezionava le sue vigne. Alle aste di quest’anno sono state aggiudicate 23 bottiglie con la sua firma, delle stesse annate che erano state quotate anche nel 2023. Il confronto dei prezzi attuali con quelli che esse avevano spuntato l’anno scorso è però più complesso del solito. Vediamo perché.
Le annate dal 1986 al 2018
Le 23 bottiglie sono di annate che vanno dal 1986 al 2018 (nella tabella qui accanto, per i soliti motivi di spazio, ci sono le 16 più significative) e sono state colpite anch’esse dall’ondata di ribasso provocata dalle preoccupazioni per le guerre e le tensioni internazionali. È un ribasso del 7,96 per cento, più contenuto del -10,7% registrato per esempio dal Masseto, però non risponde a questo interrogativo: i vini di Case Basse hanno perduto di più quand’erano dei Brunello di Montalcino o da quando hanno rinunciato alla Docg e sono diventati dei semplici Toscana Igt?
Il peso del prestigio del produttore
La risposta è sorprendente e inquietante: le quotazioni delle 15 annate di Brunello Docg (dal 1986 al 2005) sono diminuite del 13,02%, mentre inaspettatamente quelle degli otto millesimi di Toscana Igt (dal 2006 al 2018) sono cresciute del 5,65 per cento. Inutile girarci intorno: almeno in questo caso il prestigio del produttore ha contato più della denominazione d’origine controllata e garantita dallo Stato.