Parlare di un ritorno del vermouth รจ quasi riduttivo. Stiamo assistendo a un trionfo, una (ri)scoperta, una rinascita. Un salto epocale rispetto al vermuttino che piaceva alla professoressa Baudino dei gialli di Margherita Oggero e a generazioni di piemontesi che lo consideravano quasi un elisir di lunga vita, raccomandato dopo pranzo. Oggi il vermouth (o vermuth/vermut alla tedesca, fate voi) vive una nuova giovinezza ed รจ il re della mixology creativa, amatissimo dai giovani, insomma โfa tendenzaโ.
La storia รจ nota: una targa in piazza Castello a Torino, allโangolo con via Viotti, celebra Antonio Benedetto Carpano che nel 1786 nella sua bottega vicina al Palazzo Reale avrebbe inventato quello speciale vino bianco con spezie e piante aromatiche, prima fra tutte lโartemisia, in tedesco Wermut. Da allora sono passati piรน di due secoli, sono nate e scomparse aziende di produzione, e il vermouth ha via via consolidato la sua immagine legata al Piemonte e soprattutto a Torino. NellโOttocento i produttori si sono moltiplicati rapidamente e il vermouth รจ diventato famoso anche allโestero nelle sue due varianti bianco e rosso: Martini con il suo socio Rossi, il farmacista ed enologo Carlo Gancia, gli eredi Cinzano, e poi Anselmo, Bosca, Ballor, Mulassano, Cora, Giovanni Chazalettes con il vermouth dedicato alla Regina Margherita, amato dalle signore (e ora rinato, insieme ad altri, compeso il Carpano Antica Formula del 1786, edizione numerata).
Oggi i dati parlano chiaro: cinque milioni di bottiglie prodotte, un export in piรน di 80 Paesi, consumi in crescita: il vermouth fa sempre piรน tendenza, in Italia e nel mondo. Protetto da tanto di marchio dโorigine come Vermouth di Torino Igp, lโunico vermouth al mondo ad avere tale riconoscimento secondo un preciso disciplinare: deve essere elaborato con vini italiani e aromatizzato con assenzio piemontese, erbe officinali e spezie esotiche. Viene classificato in base al colore (Bianco, Ambrato, Rosato o Rosso) e alla quantitร di zucchero impiegata nella sua preparazione. Il disciplinare prevede anche la tipologia Vermouth di Torino Superiore che si riferisce a prodotti con un titolo alcolometrico non inferiore a 17% vol., realizzati con almeno il 50% di vini piemontesi e aromatizzati con erbe coltivate o raccolte in Piemonte.
Il Consorzio del Vermouth di Torino, che rappresenta la quasi totalitร della Denominazione, รจ stato costituito nel 2019 per tutelare, promuovere e valorizzare il vermouth di Torino IGP. Attualmente comprende 41 aziende che producono e distribuiscono nel mondo il Vermouth di Torino. Scorrerne lโelenco รจ un viaggio nel tempo ma anche nella contemporaneitร , a conferma del nuovo corso del vermouth. Nomi come Antica Distilleria Quaglia, Berto, Bosca, Bordiga, Giulio Cocchi, Gran Torino 1861, Mancino, Antonio Parigi, Pelitiโs, Toso, Tosti1820, Vergnano, Vermouth Strucchi, per citarne solo alcuni.
A presiedere il Consorzio รจ Roberto Bava di Cocchi, che lo ha fortemente voluto e annuncia un ยซgrande 2024 per il Vermouth di Torino, per rendere sempre piรน forte il concetto di unicitร e di valore che lo distingueยป. Lo abbiamo sentito di ritorno dal Colorado, appena concluso lo Slow Wine Tour Usa, e da Bruxelles, dove per 8 ore ha sostenuto, insieme al limone di Amalfi e alle olive greche, una rendicontazione-verifica sullโIGP del Vermouth.
ยซIl tour Americano, che ha toccato Washington, New York, Austin, Denver e San Francisco, รจ stato un grande successo, soprattutto a New York, ma anche in Colorado, in Californiaโฆ il Vermouth di Torino รจ conosciuto e apprezzato davvero ovunque ed รจ anche un successo personale di Cocchi, considerato il numero 1 nel mondo, ne siamo molto orgogliosi โ afferma Bava โ Come Consorzio, che ha raddoppiato i soci dalla fondazione, continuiamo nella promozione. A fine giugno ci sarร lโormai classica โVermouth di Torino Weekโ, la settimana internazionale del Vermouth di Torino, arrivata alla terza edizione, che avrร come cuore pulsante Torino, ma vedrร eventi organizzati contemporaneamente in Italia, in Europa e nel mondo: incontri tematici, approfondimenti sulla sua storia, il rito dellโaperitivo declinato in tanti locali, con vermouth in purezza, in miscelazione, e gli abbinamenti giusti. Sempre a giugno, alla Banca del Vino di Pollenzo si convocheranno gli โStati Generali del Vermouth di Torinoโ, per fare il punto sugli aspetti piรน importanti dello sviluppo del vermouth a livello internazionale e per la nomina dei nuovi โAmbasciatori certificatiโ che faranno conoscere il nostro vermouth nel mondoยป.
In una parola รจ davvero sempre lโora del Vermouth di Torino โ marchio registrato dal Consorzio โ che ne sottolinea la valenza conviale. Intanto a febbraio si รจ svolto a Torino in una cornice aulica, a Palazzo Carignano, sede del Museo del Risorgimento, il primo Salone del Vermouth, ed รจ stato un altro grande successo di pubblico, molti under30, a conferma del nuovo corso dellโ โinvenzione di Carpanoโ.
Tante le storie di vermouth nuovi o poco conosciuti e rinati. Come Doragrossa, nuova etichetta piemontese che รจ un omaggio allโantico nome di via Garibaldi, un tempo centro della liquoristica cittadina. Vermouth Gran Torino 1861, creato nellโanno dellโUnitร dโItalia dallโimprenditore Riccardo Ferrero e diventato subito fornitore ufficiale di Casa Savoia. Mancino che punta allโinnovazione, con vermouth come il Kopi, con estratto di caffรจ indonesiano, il Sakura, con boccioli di ciliegio di Kyoto e petali di viola toscana, o il Marino, il primo raffinato sottโacqua a 52 metri di profonditร nelle acque di Portofino. Don Guglielmo 1918, il nuovo vermouth prodotto a Caluso nella Cantina Gnavi, attiva da fine โ800, e creato da Giorgio Gnavi per ricordare lโefferato delitto per denaro del suo avo don Gugliemo: un vermouth di Erbaluce, colore giallo paglierino e sentori di agrumi e spezie. E infine il nuovissimo No.Au,vermouth di Torino rosso prodotto a Castiglione Tinella da Simone Cerruti, quarta generazione di una famiglia di viticoltori che ha ripreso lโattivitร nel 2014.
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