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Tomatina, la battaglia di pomodori spagnola dove si lancia il cibo (che contiene un messaggio sbagliato)

I pomodori non sarebbero stati destinati alla tavola, ma l'immagine che emerge risulta poco rispettosa. E fa sorgere una domanda

  • 30 Agosto, 2024

Buñol, a una quarantina di chilometri da Valencia, anche quest’anno ha dato spettacolo con la sua Tomatina, la battaglia di pomodori divenuta un’attrazione internazionale, celebrata ogni anno l’ultimo mercoledì di agosto. Lo svolgimento è semplice: migliaia di persone si riuniscono in strada per lanciarsi pomodori ben maturi (e coltivati appositamente per la festa) fino a ricoprirsi interamente di succo.

Tutta colpa di un incidente

Ricorda un po’ la battaglia delle arance di Ivrea durante il Carnevale, con la differenza però che il rituale piemontese è solo per gruppi organizzati, mentre la Tomatina è aperta a tutti. Una tradizione folcloristica nata per un incidente avvenuto nel 1945: durante una festa, un gruppo di ragazzi prese dei pomodori da una bancarella e cominciò a lanciarli in mezzo alla processione in uno slancio di entusiasmo. Un gesto che venne subito interrotto ma che finì per affascinare gli spettatori: così, nel 1959, la battaglia di pomodori divenne un evento ufficiale, che cominciò a essere organizzato annualmente.

La Tomatina infantile

Oggi la festa è ancora molto sentita, e ne esiste anche una versione per bambini, la Tomatina Infantil, in scena il giorno prima della vera battaglia, in un’area specifica dove i più piccoli possono divertirsi sotto la supervisione degli adulti, con tutte le misure di sicurezza del caso. Quando la lotta finisce, i vestiti sono da buttare: la cittadina di Buñol mette allora a disposizione anche un sistema docce, così che i turisti possano pulirsi facilmente per poi proseguire la vacanza.

I pomodori non edibili coltivali per la festa

Proprio come per il Carnevale di Ivrea, le accuse degli ambientalisti negli anni non si sono fatte mancare. Tecnicamente, però, non si può parlare di spreco di cibo in nessuno dei due casi: le arance utilizzate a Invrea non sono buone da mangiare, e sarebbero comunque destinate al macero. In più, a fine festa vengono riutilizzate come compost per il terreno, grazie agli addetti che ne raccolgono i resti sulle strade per trasformarli in fertilizzante. I pomodori della tomatina sono coltivati appositamente per la battaglia, in particolare nella provincia di Castellón: appartengono a una varietà troppo aspra per essere consumata, studiata per mantenere la folcloristica tradizione.

Perché giocare con il cibo (anche se non commestibile) è sbagliato

Resta però aperta la questione etica: giocare con il cibo, seppur non edibile, non dovrebbe rappresentare un divertimento. Oltre 130mila tonnellate di pomodori sono stati lanciati nell’edizione 2024, ortaggi che non sarebbero mai finiti sulla tavola, ma che forse non aveva poi così senso coltivare. Osservando le immagini della festa, viene spontaneo chiedersi se gli investimenti economici (e la manodopera) fatti per produrre frutti non commestibili non avrebbero potuto essere impiegati per intensificare un altro tipo di agricoltura destinata al consumo. Senza considerare che si rischia di far passare comunque un messaggio sbagliato. L’immagine del cibo lanciato a terra, usato come arma un po’ come accadeva nelle vecchie commedie televisive statunitensi, potrebbe essere considerata da molti irrispettosi. Anche le tradizioni possono, devono essere aggiornate, specialmente quando non riescono più a stare al passo con i tempi.

instagram.com/latomatinaoficial/

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