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Cos'è il mochi, il dolce giapponese con cui Eleonora Riso ha vinto Masterchef 13

Colorati e dall'apparenza innocua, in Giappone questi dolcetti sono considerati dei potenziali killer per via della loro consistenza particolare. Ecco come sono fatti

  • 01 Marzo, 2024

Abbiamo tifato per lei sin da subito. Da quando centinaia di utenti l’avevano bullizzata sui social di Masterchef. E, alla fine, Eleonora Riso ha risposto agli insulti con la vittoria (meritatissima) di Masterchef 13, conquistando i giudici con un brillante menu di ispirazione giapponese. Che si è chiuso in bellezza con Mochi = Grande Fortuna, un mochi ripieno di bavarese al cocco e cardamomo con frutta fresca, bubble tea con sfere al caffè e tè matcha. Ma cos’è questo mochi?

Che cos’è il mochi giapponese

Tondo, morbido, colloso, con una consistenza tutta sua, bianco o colorato, piccolo e dall’aspetto invitante: il mochi in Italia si trova in tutti i ristoranti giapponesi o fusion, oppure confezionato nei minimarket più riforniti. Alla base c’è il riso glutinoso tipico della cucina nipponica, cotto al vapore e pestato al mortaio, impastato a lungo con acqua calda: una tecnica chiamata mochitsuki e che solitamente richiede la collaborazione di più persone.

Con l’impasto si formano poi delle sfere che vengono farcite tradizionalmente con l’anko, la confettura di fagioli azuki resa famosa dal romanzo Le ricette della signora Tokue, dolce e malinconica favola moderna che proprio attorno a questa salsa dolce fa ruotare l’intera trama, divenuta poi un film nel 2015.

I più tradizionalisti continuano a preparare i mochi in casa, ma la ricetta prevede una buona manualità e tanta, tanta pazienza: per questo motivo la maggior parte delle persone preferiscono acquistarli in pasticceria, dove vengono fatti con l’uso di macchinari che facilitano la formazione dell’impasto riducendo i tempi (in caso contrario, in alcune botteghe vengono reclutati lottatori di sumo o uomini di una certa stazza per dare vigore all’impasto).

Il dolce giapponese di origine cinese

Sulle origini del dolce si sa poco: nonostante il suo legame con il Giappone, sembra che un possibile antenato del mochi sia il nian gao, una torta cinese preparata in occasione del Capodanno, a base di farina di riso glutinoso. Anche il mochi è immancabile durante i festeggiamenti dell’anno nuovo, ma ormai il dolce si può consumare un po’ tutto l’anno, in varianti e gusti diversi.

Molti lo hanno definito il dessert killer, perché il rischio soffocamento è alto se non si mastica attentamente, e alcune persone in Giappone sono morte davvero per questo piccolo peccato di gola. Non c’è, però, motivo di spaventarsi: con un po’ di accortezza, il mochi può regalare grandi soddisfazioni senza rischi per la salute.

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