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Lo storico mercato di Roma progettato dalla prima architetta italiana

Siamo nel centro della Capitale, in una struttura in stile razionalista costruita negli anni '20 che si sta per avvicinare al secolo di vita

  • 20 Ottobre, 2024

Piazza Alessandria รจ tuttโ€™uno con il suo mercato, celata nel quartiere Salario, a pochi passi da Porta Pia e da Piazza Fiume. Zona di storiche ville e bei palazzi umbertini, attanagliata dal traffico โ€“ nei dintorni ministeri, musei, universitร  e uffici dirigenziali โ€“ e dallโ€™assenza cronica di parcheggi, รจ al centro di un progetto che vedrร  la creazione di una zona a velocitร  limitata ai 30 Km/h. La piazza, di dimensioni contenute, e stretta tra le vie intorno, รจ teatro di un mercato rionale quotidiano: banchi alimentari, di fiori e casalinghi, in una struttura di stampo razionalista, firmata da unโ€™architetta che รจ passata alla storia.

Storia del Mercato Nomentano

Elena Luzzatto Valentini (1900-1983) รจ stata la prima donna a laurearsi in Architettura in Italia, nel 1925, alla Regia Scuola di Roma. Nata Valentini, nel 1938, con lโ€™introduzione delle leggi razziali, cambiรฒ nome e prese il cognome materno (Luzzatto, appunto). Nonostante gli ostacoli โ€œculturaliโ€- Mussolini stesso era contrario allโ€™ingresso delle donne nella disciplina dellโ€™architettura โ€“  sono numerose le opere che portano la sua firma nella Capitale, dalle scuole ai cimiteri e, appunto, ai mercati. Quello di piazza Alessandria fu costruito nel 1929: su una superficie di 1.800 mq, ricalca la forma a quadrilatero della piazza ed รจ caratterizzato da una grande luminositร . Complesso dalle volte altissime, vetrate e inferriate decorate, con un ampio corridoio centrale, comodo per scaricare la merce โ€“ Luzzatto, come tutti i razionalisti, poneva molta attenzione agli aspetti funzionali dei progetti โ€“ e banchi di marmo in tutti i lati.

Il Mercato e la somministrazione

Il Mercato Nomentano dal 2016 ha aderito al circuito dei Mercati dโ€™Autore, un modello di gestione che cerca di far evolvere i mercati rionali romani, trasformandoli da luoghi dedicati solo alla spesa quotidiana a posti di aggregazione e convivialitร  (anche per attirare nuove fasce di pubblico). Oggetto di un rinnovamento โ€“ completamente autofinanziato dagli operatori โ€“ che vede al suo centro una piccola piazza con tavoli, ai quali accomodarsi, il Mercato รจ, perรฒ, in settimana frequentato quasi esclusivamente da una fascia di clientela di etร  medio-alta. Siamo ancora molto lontani dal vivace modello Testaccio: qui praticamente a occuparsi di somministrazione cโ€™รจ nel quotidiano solo unโ€™insegna, Mordi Roma, un laboratorio culinario che propone piatti semplici della tradizione capitolina, dalla cicoria pastellata allโ€™amatriciana, dagli involtini al sugo alle polpette (dal lunedรฌ al sabato a pranzo e dal giovedรฌ al sabato anche a cena). A dar man forte il sabato cโ€™รจ la Pescheria De Santis, che, alla vendita, abbina anche la friggitoria.

La proposta dei banchi

Se i buoni propositi per uno svecchiamento dellโ€™offerta ci sono tutti, anche con eventi periodici serali, la proposta commerciale classica sembra arrancare maggiormente: i banchi alimentari, principalmente di frutta, verdura e gastronomia, non sembrano smarcarsi dalla media di un assortimento da grande distribuzione โ€“ lo capiranno mai i piccoli commercianti che non possono far concorrenza alla gdo? โ€“ con poche eccezioni: la pescheria di cui sopra, il banco macelleria di Bruno Quinzi, con qualche chicca come la selezione di Chianina bio, in arrivo dallโ€™altipiano di Rascino, nel reatino; il box C4 della Macelleria Bayslach, con carni di diverse razze italiane e internazionali e differenti frollature. O ancora il box A1 di Stefano Piergentili โ€“ la Pizzicheria Marchigiana โ€“ che, a un assortimento nella media, abbina perรฒ una piccola selezione di prodotti tipici marchigiani, dalla pasta ai formaggi, passando per la galantina di pollo e tacchino.

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