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Così il fast food Kfc ha salvato lo storico cinema Ambrosio di Torino

Le sale cinematografiche sono sempre più in crisi, ma in soccorso di questo pezzo di storia di Torino è arrivato il pollo fritto del Colonnello Sanders, che pagherà l’affitto al proprietario

  • 07 Novembre, 2024

La location è la stessa di sempre, a cambiare è solo l’ingresso, così da fare spazio a Kfc – Kentucky Fried Chicken, fast food che aprirà nell’ormai ex entrata del Cinema Ambrosio: è stato l’unico modo per salvare la sala torinese aperta nel 1913 su corso Vittorio. Il proprietario, Sergio Troiano, rassicura gli spettatori più affezionati: «Lo faccio per sostenere il cinema, che non chiude: riaprirà tra qualche mese, con l’ingresso sulla destra del precedente, subito dopo il portone del palazzo», ha dichiarato al Corriere Torino.

Kfc in soccorso del cinema torinese

Uno spazio dove, tra l’altro, «era già previso l’ingresso secondo il progetto originale, in seguito modificato». In questo modo, il cinema potrà sostenersi con l’affitto di Kfc, «con un contratto di diciotto anni, in quello che è stato finora l’ingresso: appena 300 metri quadrati su una superficie totale di trentamila». L’Ambrosio, quindi, rimarrà, solo si troverà alle spalle del fast food famoso per le sue alette di pollo fritto. Il cinema, inoltre, «sarà completamente ristrutturato con più sale, più piccole come richiede oggi il mercato». L’affitto ricavato da Kfc «servirà pure come garanzia per le banche per finanziare i lavori. Oltre ad allevarmi le rate del mutuo, beninteso».

Frenare la crisi dei cinema con il cibo

«Quando il cinema riaprirà» ha continuato Troiano, «mi aspetto che la vicinanza con il Kfc attiri un pubblico nuovo. Penso soprattutto ai ragazzi che escono, mangiano al fast food e magari poi vanno al cinema: beh, il cinema è subito lì di fianco». Che siano tempi duri per le sale è risaputo, «si sopravvive soltanto con gli aiuto dello Stato: senza quelli, gran parte delle sale italiane chiuderebbe». Altro vantaggio di aver affittato l’ingresso a Kfc, la creazione di nuovi posti di lavoro, una trentina in tutto, «che di questi tempi…».

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