“In un mai spento amore per Venezia, Ezra Pound, Titano della poesia, questa casa abitò”. Si legge sulla lapide che il comune di Venezia ha dedicato al poeta statunitense, affissa sull’abitazione di Dorsoduro 252. Non solo Venezia, ma anche Rapallo, Roma, Tirolo: Ezra Pound era innamorato dell’Italia e ci visse per un ventennio circa. Oltre che delle bellezze artistiche, dell’atmosfera, il poeta si lasciò benevolmente influenzare dall’atmosfera italiana, compreso il cibo. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, la figlia Mary de Rachewiltz nata dalla relazione con la violinista Olga Rudge, alla soglia dei 100 anni racconta alcune curiosità nascoste di un grande poeta che fu amico di Eliot ed Hemingway.
Nella mappa dei suoi ricordi legati al padre, Mary menziona più volte il cioccolato. Quando Pound andava a trovare la figlia, le chiedeva sempre di fargli tre domande intelligenti e a quella richiesta lei, non ricorda come rispondeva, sa solo che: «Mi dava spesso delle castagne arrostite, al posto dei cioccolatini Moriondo, che a lui piacevano tanto, ma era tempo di guerra, non c’erano soldi e il cibo era razionato con la tessera». I cioccolatini Moriondo, a cui si riferisce la figlia del poeta, venivano prodotti da una bottega storica nata a Torino, poi trasferitasi a Roma. Anche se non direttamente attribuibile a Ezra Pound, nell’intervista il cioccolato ricompare quando Mary de Rachewiltz ricorda la sua visita a Thomas Stearns Eliot, molto amico di suo padre: «In Inghilterra, aveva preparato una scatola di cioccolatini perché pensava che arrivavo con i bambini, e invece io scioccamente andai da sola».
Venezia è la città a cui Ezra Pound ha dedicato molti versi delle sue poesie: arrivò nella laguna dopo aver lasciato gli Stati Uniti e un breve passaggio a Gibilterra. Morì a Venezia nel 1972 a 87 anni. La figlia Mary racconta un aneddoto legato al gelato: «A Venezia andava sempre a prenderlo dopo il ponte dell’Accademia, a Santo Stefano. A lui piaceva andare lì perché diceva che il gelato era migliore e costava meno che altrove, ad esempio piazza San Marco, dove la gente però andava solo per farsi vedere. Lui non voleva farsi vedere, lui voleva un gelato».
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