Giuseppe – Peppino – Ciotoli era il simbolo di Ostia, ma se il bar del litorale romano è stato per anni simbolo della dolce vita in estate, lo si deve a un ciociaro. Il nonno, il Sisto dell’insegna, era di Ceccano, in Ciociaria, ma poi è stato la Capitale ad adottarlo, o forse il contrario: a Ostia ha dato tutto con il suo bar Sisto, che dopo oltre 70 anni di attività è stato messo in vendita.
Da Monicelli a Pasolini, da Renato Zero a Bettino Craxi. Ai tavolini in piazza Anco Marzio, a due passi dal pontile, si sono seduti davvero tutti. Vip, politici, romani intenti a godersi le prime giornate di mare, ma soprattutto gli stessi ostiensi. Che sono sempre romani, ma solo in parte: il quartiere a Sud della Capitale è talmente grande da avere abitudini, modi di fare, istituzioni tutte sue. E Sisto era una di queste: il signor Ciotoli lo aprì con la moglie Vittoria Pizzichelli nel 1948, dapprima come alimentari insieme a Emidio Morelli (che ha poi aperto un panificio, sempre a Ostia) e poi come bar-gelateria nella sede attuale.
Per chi è cresciuto a Ostia, Sisto è il bar degli spaghetti di gelato e dell’uovo al tegamino, un gelato a base di crema, panna, amarena e pesca sciroppata a simulare il tuorlo. Il bar delle grandi coppe gelato, servite in bicchieri di vetro di una volta, con tanto di cannoli in cialda. Ha mantenuto il suo look vintage fino alla fine, nell’estetica così come nell’offerta, per non parlare del servizio, con camerieri in divisa proprio come un tempo. La verità è che al bar Sisto ci si sedeva sempre e comunque, anche solo per la posizione privilegiata, nel cuore del quartiere, con i tanti tavolini all’aperto dalle lunghe tovaglie rosse.
Non si conosce il prezzo dell’immobile, che sarà reso noto solo agli interessati: per loro ci sarà anche la possibilità di acquisire il marchio, mantenendo così lo storico nome del locale. Un destino forse già scritto, quello dell’insegna, che dopo la morte dell’ultimo discendente della famiglia Ciotoli aveva iniziato a dare i primi segni di resa: Peppino, portato via dal Covid-19, era un imprenditore che aveva acquisito anche il cinema Superga e contribuito alla creazione di Cineland.
La notizia merita tutta l’attenzione del caso, ma la verità è che il bar Sisto ormai da anni era vittima di una gestione incerta. Chi lo ha conosciuto in tempi gloriosi stentava a riconoscerlo, che le cose fossero cambiate – con prezzi sempre elevati, dati soprattutto dalla posizione e non dalla qualità degli ingredienti – era un pensiero condiviso da molti.
Quel bar che domina Ostia, comunque, ha rappresentato un pezzo di storia, e la sua vendita chiude un’epoca importante. Ma chissà, magari una nuova gestione – più fresca, dinamica, moderna e attenta – potrà inaugurarne una nuova. E riportare un po’ di quella dolce vita che ha fatto innamorare tutti sul lungomare dei romani.
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