La rinomata pasticceria che ha casa madre a Presicce Acquarica, e presente a macchia di leopardo con 24 sedi in Italia, tra Puglia, Roma (Stazione Termini e Trastevere) e uno store in Lombardia inaugurato il 15 novembre scorso al Merlata Bloom, annuncia il bis nella metropoli meneghina. E ulteriori novità in arrivo nel 2024 negli altri punti vendita. D’altronde, oltre che della cucina romana e della pizza napoletana, i milanesi hanno un evidente debole per il Salento. Data anche la larga percentuale di pugliesi “emigrati” al Nord, spesso da generazioni, le insegne di cucina tradizionale del Sud proliferano (tanto per dirne una, Il Mannarino è uno dei posti più gettonati per la carne) e spopolano anche sui social, riscontrando quasi sempre altrettanto successo di pubblico “in carne e ossa”. Martinucci segue la scia cavalcando una fama già consolidata e diventa ambasciatore ormai ufficiale di una delle icone della pasticceria salentina, il pasticciotto, lo scrigno ovale di frolla ripieno, nella versione classica, di crema pasticcera.
L’azienda, a gestione familiare da tre generazioni, ha alle spalle oltre settant’anni di onorata attività, come orgogliosamente proclamato nell’insegna. Tutto è iniziato per mano di Rocco Martinucci, gelataio ambulante, che quando ha deciso di investire in un locale lo ha fatto ad Acquarica del Capo, un minuscolo comune in provincia di Lecce (oggi fuso con Presicce) che conta poco più di 5mila abitanti. Dal laboratorio ancora operativo nella sede originaria parte la produzione smistata nelle rivendite sparpagliate per la provincia, nella Capitale e ora anche a Milano. L’upgrade imprenditoriale è avvenuto per mano del figlio Giorgio, che nel 2004 ha lanciato il marchio Martinucci laboratory, prima in Puglia e dal 2019 fuori regione, che oggi dà lavoro a circa 200 dipendenti e dichiara un fatturato di circa 18 milioni di euro. Sono 10 le tipologie di pasticciotto proposte nel menu della casa, tra le quali, oltre alla tradizionale, quelle crema e mandorle, crema e amarena, crema ricotta e gocce di cioccolato, da accompagnare a topping a scelta (caramello al burro salato, ganache al Rum, mousse di ricotta, per esempio).
Gli “speciali” dedicati alla prima apertura milanese invece sono con tiramisù e con involucro veg a base di olio extravergine d’oliva. Perché lo sbarco a Milano («Una città che corre veloce, innovativa e sorprendente. Fino a pochi anni fa sembrava un sogno. Porteremo la nostra essenza più profonda e lasceremo che siano i prodotti a parlare per noi» dichiaravano nell’occasione sui social) con l’inaugurazione del concept all’interno del mega centro commerciale ha rappresentato per i Martinucci un traguardo importante e allo stesso tempo una scommessa.
«L’inaugurazione ha superato le nostre aspettative – raccontava allora Simone Marsano, il responsabile marketing dell’azienda, al Corriere del Mezzogiorno –. Per un’azienda di stampo familiare come la nostra, confrontarci con un contesto come quello di Milano ci ha dato grandi soddisfazioni, soprattutto per l’entusiasmo che abbiamo riscontrato, anche perché il mercato milanese ci conosce e aspettava con fermento l’apertura», aggiungendo «Per noi è un piacere essere in un centro commerciale così innovativo, che si sposa bene con il nostro concept. Sono dei prodotti che si distinguono per la loro semplicità, e che si inseriscono in un contesto molto dinamico, ma è la dimostrazione che la tradizione che portiamo avanti non è legata al passato, ma resta sempre attuale».
A distanza di qualche mese Matteo Martinucci, responsabile qualità ricerca, sviluppo e formazione del marchio Martinucci laboratory, prende atto del successo conseguito non solo tra i pugliesi trapianti a Milano, ma pure dal pubblico eterogeneo che transita per il centro commerciale, e annuncia l’apertura del nuovo negozio in via Cesare Correnti, nonché altre novità a Monopoli e a Bari. E c’è da credere che sia solo l’inizio della conquista del Nord.
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