L’amarena più famosa d’Italia ha ora un negozio tutto suo in centro a Bologna: Fabbri 1905 ha dato vita a una bottega in via Rozzoli, proprio sotto le due Torri, lo scorso 23 marzo 2024, segnando la prima tappa di un progetto destinato a replicarsi.
«L’apertura del negozio, che auspichiamo possa essere il primo di molti, è per noi un sogno che si realizza, perché ci permette di essere ancora più vicini alle persone» ha dichiarato Nicola Fabbri, amministratore delegato dell’azienda di famiglia «che da oltre cento anni porta la dolcezza nelle case degli italiani». Simbolo di Bologna, le amarene Fabbri sono famose in tutta la Penisola e anche all’estero: il marchio storico ha scelto la sua città natale per cominciare questa nuova avventura, partendo da una zona «ricca di fascino» ha aggiunto Carlotta Fabbri, quinta generazione al timone del brand, che ha comportato anche «il ripristino e la pulizia di interi angoli del quartiere».
Ad accogliere i clienti c’è il tipico vaso in ceramica, uno dei packaging più famosi di sempre. La storia delle amarene, infatti, non può prescindere dall’incontro con l’altrettanto nota Bottega Gatti di Faenza: erano gli anni Venti del Novecento quando il laboratorio di ceramiche emiliano elaborava per la prima volta quei decori blu su fondo bianco che all’epoca riassumevano l’immaginario di un mondo borghese accomunato dalla passione per il decò e le linee eleganti. Oggi quei vasi liberty che profumano di ciliegia sciroppata campeggiano in molti bar e cucine d’Italia, celebrando il successo planetario di un’idea partorita oltre un secolo fa da Rachele Buriani (in Fabbri), moglie di Gennaro Fabbri, fondatore dell’azienda.
L’attività della famiglia Fabbri era nata agli inizi del Novecento nel ferrarese, con l’apertura della Premiata Distilleria di Portomaggiore, specializzata in liquori come l’Amaro Carducci, il Primo Maggio, il Gran Senior Fabbri (un brandy invecchiato in botti di rovere sloveno); solo nel 1915, la svolta: l’impresa si trasferì a Bologna, nella palazzina sulla via Emilia, e la donna di casa, Rachele, sperimentò per la prima volta la ricetta della cosiddetta “Marena con Frutto”, inizialmente destinata ai mesi estivi. Ed è proprio a Rachele, una decina di anni dopo, che Gennaro portò in dono il primo esemplare del vaso in ceramica che, ispirato ai decori dell’arte cinese, fu banco di prova per tanti maestri ceramisti, da Angelo Minghetti a Riccardo Gatti.
Fabbri 1905 – Bologna – via Rizzoli 40 C
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