Da Vico Equense a Vicolungo, il passo (non) è breve. Circa 900 chilometri, dalla Campania al Piemonte dell’outlet in provincia di Novara, sul percorso che unisce la città natale di Antonino Cannavacciuolo e il suo ultimo approdo, in quella parte d’Italia che da tempo è diventata la sua terra d’adozione. Prima sul lago d’Orta, dove il ristorante Villa Crespi continua a rappresentare la punta di diamante di un sistema imprenditoriale ormai sempre più ramificato. Poi con il bistrot di Novara, negli spazi del Teatro Coccia: un format di successo che lo chef campano ha portato ormai quasi un anno fa anche a Torino, non distante dalla Gran Madre.
Ora – e senza rinunciare a una presenza mediatica massiccia, che col tempo ha finito per rivelare un Cannavacciuolo decisamente a proprio agio davanti alla telecamera – lo chef diversifica ulteriormente il suo business, inaugurando la sua prima gastronomia sulla piazza principale di un outlet (The Style Outlets, interessato da un restyling del valore di 9 milioni di euro, che si concluderà entro la fine dell’anno), lungo l’autostrada che collega Milano a Torino, nei pressi di Novara.
Antonino il Banco di Cannavacciuolo vuole essere precisamente ciò che racconta l’insegna: un locale per il consumo veloce di chi si aggira tra i negozi di Vicoloungo, in cerca di una proposta gastronomica sfiziosa, a prezzi contenuti. Allo scopo, il cuoco chiama in causa le sue origini, presentando nel cuore del Piemonte una selezione di sfizi campani adatti per ogni momento della giornata, tra una pizza fritta e una mozzarella in carrozza, un cuoppo e una parmigiana di melanzane, tutti prodotti artigianalmente in laboratorio.
Per poi chiudere in dolcezza con una sfogliatella, una coda d’aragosta o un babà (ma il locale è anche caffetteria e gelateria). Uno street food d’autore, per usare la formula che oggi piace a molti chef alle prese con progetti collaterali che li portano a evadere dai ritmi serrati delle loro cucine (“Mi piace l’idea che gli chef provino format nuovi che creano movimento intorno al mondo del cibo” ha dichiarato Cannavacciuolo in merito, in una recente intervista al Corriere della Sera). E infatti dietro al banco non mancano i panini gourmet, i finger food per l’aperitivo e un’ampia selezione di prodotti confezionati (ma anche gadget e oggettistica, dai grembiuli ai libri di cucina) firmati Cannavacciuolo. Si mangia sul posto, o a portar via.
E Vicolungo lancerà la volata all’eventualità di replicare altrove il format, che una volta perfezionato potrebbe facilmente moltiplicarsi, cominciando proprio da Orta San Giulio. Il successo, secondo lo chef, dovrebbe fondarsi sulla semplicità di un’offerta “che mette insieme tutte le cose che mi piacevano da bambino”.
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