Potremmo definirlo un ristorante contemporaneo, o per usare le parole di chi Altrimenti l’ha ideato, “un progetto che va in cerca di persone”, in riferimento alle storie di chi produce cibo (e vino) che merita di essere valorizzato. E infatti aprire il menu di Altrimenti significa imbattersi in tre percorsi differenti e paralleli, che superano il tradizionale avvicendamento tra antipasti, primi e secondi preferendo catalogare i piatti a partire dalla materia prima: carne, pesce, verdure. Per ogni tema non più di una decina di proposte che spaziano dall’antipasto alle portate principali, offrendo al cliente l’opportunità di scegliere se seguire un percorso tematico o combinare sezioni diverse. Siamo a Milano, in zona Citylife, a pochi metri dalla fermata della metro Amendola.
Altrimenti ha aperto in sordina all’inizio di dicembre, senza sbandierare inaugurazioni assecondando un’usanza ormai diventata abituale. E quindi all’inizio sorprende scoprire che dietro al progetto ci sono due nomi noti della ristorazione meneghina, che fino al 2017 hanno condotto insieme un’insegna di successo come Essenza, arrivata al capolinea per alterne vicende poco più di un anno fa. Loro sono Eugenio Boer e Damian Piotr Janczara, rispettivamente chef e uomo di sala. Il primo è tornato in pista all’inizio dell’estate scorsa con un nuovo ristorante gastronomico – Bu:r – che racconta la sua storia e le ambizioni per il futuro.
Ma ora la squadra si è ricostituita in zona CityLife (dove Damian abita) con l’intenzione di offrire un’alternativa più semplice ed essenziale per chi vuole godere di una cucina ben fatta e rilassarsi in uno spazio piacevole gestito con il piglio di chi conosce bene il mestiere. Altrimenti, per l’appunto.
“Un ristorante moderno in un quartiere non ancora presidiato da progetti di questo respiro”, spiegano loro per raccontare com’è nata l’idea. “Qui la cucina parla un linguaggio semplice, parte dalle materie prime e dalla stagionalità, che oggi è un concetto abusato, ma è sempre stato un cardine del mio pensiero”, continua Boer. Il resto lo fa l’atmosfera di un locale che non vuole spaventare, con l’obiettivo di valorizzare “la convivialità che può essere penalizzata in un ristorante gastronomico”. In comune, invece, c’è la passione di sempre, per la cucina e l’ospitalità. In menu, per la carne, proposte come cinghiale con erbe di campo e crema di pecorino; riso, mortadella, gorgonzola e sedano; maialino, uva fragola e rapa bianca, ma pure risotto alla milanese con ragù di vitello e hamburger.
Per chi sceglie il pesce, invece, merluzzo, ceci, finocchietto e curry (18); rombo, finferli, cipolla e rafano (28); spaghetto alla chitarra con frutti di mare e limone (18); polpo con giardiniera e pane al rosmarino (28).
Nella sezione vegetale pasta e fagioli con cardoncelli e datterini (16); carciofo, riso, menta e aglio nero (15); zucca, salvia, caffè e mandorla (18). E poi c’è la cantina, valorizzata da uno spazio dedicato al piano inferiore, dove si può anche mangiare: “Iniziamo con 300 etichette, tanta Italia, estero e lo champagne, che ci piace moltissimo” spiega Damian. Lo spazio, che recupera la classicità di un ristorante borghese mixandola con elementi moderni, è tripartito: la sala principale che ospita la maggior parte dei coperti, una piccola veranda e un terzo spazio pensato per eventi privati, oltre alla cantina del piano di sotto. A guidare la cucina c’è Marco Annunziata, in arrivo dalla scuola di Andrea Berton, che segue un team di ragazzi giovani e appassionati. Ma anche Eugenio ci sarà spesso: “Voglio essere molto presente, è un progetto che mi piace e in cui crediamo molto”.
Altrimenti – Milano – via Monte Bianco, 2/a
video di Massimiliano Tonelli
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