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Il viaggio

In viaggio tra oasi e villaggi berberi. Dove andare e cosa mangiare in Tunisia

Da sempre meta di vacanze per il suo mare e le coste, la Tunisia punta ora sul turismo gastronomico sostenibile, tra oasi e villaggi berberi. Ecco dove andare e cosa assaggiare

Il mare e le sue coste sono destinazioni classiche del turismo internazionale, ma ora la Tunisia punta decisamente anche sulla valorizzazione delle sue ricchezze gastronomiche e lo fa evidenziando rotte e comunitร  eco-sostenibili, dalle oasi del deserto ai villaggi berberi. Vincitore di diversi premi e riconoscimenti internazionali, il progetto di turismo gastronomico La Route Culinaire de Tunisie, รจ stato lanciato recentemente dalla rete mondiale del Creative Tourism Network con lโ€™intento di far conoscere un volto inedito della Tunisia, complementare a quello balneare della costa. Lโ€™iniziativa mira a promuovere il ricco patrimonio culinario di questo Paese del Maghreb attraverso i prodotti distintivi di sei grandi Regioni: i formaggi del Nord Ovest, lโ€™harissa di Cap Bon, lโ€™olio dโ€™oliva del Centro e di Dahar, il vino del Nord, i datteri deglet nour del Sud Ovest e il polpo di Kerkennah.

Partecipativo e inclusivo, il progetto della Route coinvolge una varietร  di attori locali, dagli agricoltori agli artigiani, dagli agriturismi dei piccoli centri, passando per lโ€™accoglienza di boutique hotels e maisons dโ€™hรดtes, spesso a gestione familiare. Le esperienze che รจ possibile fare sono legate da un filo conduttore: co-creare attivitร  culinarie che vedano protagoniste le donne e il loro savoir faire, e che sappiano raccontare la storia e le tradizioni di ciascuna Regione.

Una piccola bottega di snack a Houmt Souk, nellโ€™isola di Djerba

Turismo esperienziale

Oltre a godere delle bellezze naturali, di un paesaggio che spazia dai villaggi dei berberi Amazigh alle distese di ulivi millenari, i turisti-viaggiatori che decidono di scegliere una o piรน destinazioni della Route, costruendo da sรฉ il proprio itinerario e prenotando attraverso i contatti del sito, possono cimentarsi in una serie di attivitร  ed esperienze, entrando in contatto con le comunitร  locali.

รˆ cosรฌ possibile partecipare alla produzione domestica della salsa di peperoncini harissa, dichiarata patrimonio immateriale dallโ€™Unesco, collaborare alla raccolta delle olive e osservare la premitura per lโ€™estrazione dellโ€™olio nella regione di Dahar, oppure a quella dei datteri nelle oasi del deserto, o ancora, nella caccia-pesca del polpo tra gli scogli a Kerkennah, solo per fare qualche esempio.

la preparazione del rouz jerbi, il riso alla maniera di Djerba

Djerba, isola dei sapori

Djerba รจ una piccola isola incastonata nel Golfo di Gabรจs collegata alla costa tunisina da un lungo ponte. Lโ€™isola รจ circondata da spiagge isolate, da invitanti acque turchesi e un caldo clima mediterraneo. La miscela dโ€™influenze multiculturali รจ palpabile nellโ€™architettura, con strutture come la fortezza Borj El Kebir, le iconiche moschee dalla cupola bianca la sinagoga El Ghriba una delle piรน antiche del mondo e le stradine di Hara Sghira, il quartiere ebraico, che mettono in mostra il diverso patrimonio dellโ€™isola, risalente ai periodi fenicio, romano e islamico.
Djerba รจ un piccolo Eden per gli amanti del cibo e vanta un panorama culinario diversificato grazie alla sua storia e posizione geografica che lโ€™ha esposta a conquiste, commerci e dominazioni. Passeggiate tra i vicoli labirintici che si snodano intorno al vivace Houmt Souk, scoprirete un caleidoscopio di colori e sapori nelle botteghe che vendono erbe aromatiche e spezie orientali come il cumino, la curcuma, il coriandolo o la miscela di tabil, oltre ai peperoncini e allโ€™immancabile harissa arbi. Non perdetevi lo spettacolo del mercato del pesce, dove fin dalle prime ore del mattino i pescatori strillano il loro pescato: triglie, sardine, branzini, polpi. Potete acquistarlo e portarlo a casa o farvelo cucinare direttamente dai ristorantini del souk.
La scoperta della gastronomia djerbienne inizia a colazione, quando vi serviranno una ciotola di bsissa o di zommita, due mix di farine tostate, lโ€™una dโ€™orzo, lโ€™altra di miglio, insaporite con erbe, spezie, frutta secca, impastate con olio dโ€™oliva. Il riso la fa da padrone, nella ricetta del rouz jerbi, cucinato con carne di agnello, ceci e tante spezie, mentre la semola si arricchisce con piccoli pesciolini secchi (ouzef), nella ricetta del masfouf. Tra le specialitร  di Djerba segnatevi i filetti di pesce in salsa charmoula, un confit di cipolle e spezie. Se invece amate il cibo di strada, lasciatevi tentare dai fogli di brick fritti al momento, farciti di tonno sottโ€™olio, uovo, patate e capperi o da un soffice panetto di fricassรฉ, guarnito di una farcia assai simile a quella dei brik.

Cap Bon, sapori arabo-andalusi

Nelle giornate particolarmente limpide e luminose, dalle coste della penisola di Cap Bon si puรฒ vedere lโ€™isola di Pantelleria, che traspare a soli quaranta miglia dalla Tunisia. Per respirare unโ€™atmosfera tipicamente maghrebina, lasciatevi alle spalle la costa e le spiagge cosmopolite di Hammamet, che dista una dozzina di chilometri da Nabeul e immergetevi nel suo Suq, tra i piรน autentici della regione. Qua le bancarelle competono per la migliore versione di salsa harissa, esposta in bellavista in lucide montagnole che profumano lโ€™aria, cosรฌ come i banchi di spezie. Allโ€™ora di pranzo o cena e per il pernottamento il consiglio รจ di soggiornare negli agriturismi dei dintorni, due in particolare, il Douar Laroussi e il Sawa. La cucina รจ quella autentica, rustica, preparata dalle donne dei villaggi, fedele alle tradizioni e realizzata con i prodotti coltivati dalle famiglie di agricoltori locali. Volendo si puรฒ partecipare a ateliers di cucina, per imparare, ad esempio, a fare il pane arabo khobz da cuocere nel forno verticale tendir o le crรชpes mlewi.

Lasciatevi alle spalle Nabeul, nota per la qualitร  dei suoi aranceti e fiori di zagara dai quali si ricava una delle migliori eau de fleurs dโ€™oranger della regione e fate incetta di kรขak warka uno dei pasticcini tunisini piรน raffinati, farciti di pasta di mandorle aromatizzata allโ€™acqua di fiori dโ€™arancio. I migliori in assoluto sono quelli proposti dalle numerose pasticcerie che si affacciano sulla strada nella medina di Zaghouan, un bellissimo villaggio arabo andaluso a circa unโ€™ora dโ€™auto da Nabeul. Lโ€™atmosfera calma e rilassata che si respira รจ davvero piacevole e tra le maioliche arabeggianti, chiome di gelsomini in fiore, si possono intravedere i portali in legno colorato, gli interni delle dimore, tra pareti imbiancate e decori orientali. Soggiornare in una delle tante maison dโ€™hรดtes vi permetterร  vivere a stretto contatto con la comunitร  locale e fare esperienze semplici di vita quotidiana: fare la spesa al souk, cucinare con le spezie, imparare a fare i dolci insieme alle donne di casa.

Una bottega di spezie allโ€™Houmt Souk di Djerba

Nel profondo Sud

I villaggi rupestri delle comunitร  indigene berbere, le abitazioni trogloditiche costruite nelle grotte scavate nelle rocce o nella sabbia argillosa, lโ€™insieme dei granai comuni fortificati (ksour) del sud della Tunisia, nellโ€™attesa di entrare a far parte dei siti riconosciuti dal Patrimonio Unesco, rappresentano una delle destinazioni tunisine di maggior interesse per scoprire gli insediamenti umani e le culture Amazigh, gli โ€œUomini Liberiโ€, in un ambiente tra i piรน sfavorevoli e ostili del pianeta. Il villaggio berbero piรน vicino alla penisola di Cap Bon si trova a pochi chilometri da Zaghouan, nel parco nazionale di Djebel Zaghouan, lร  dove sorge lโ€™antico acquedotto romano che con i suoi 130 chilometri di lunghezza, garantiva la fornitura dโ€™acqua ai Cartaginesi! Il villaggio perรฒ รจ stato abbandonato dagli anni โ€™60. Lโ€™unico sopravvissuto alla diaspora berbera, rimane la struttura di Dar Zriba Oliya, dove รจ possibile soggiornare e gustare qualche piatto della cucina berbera. Per trovare i villaggi Amazigh ancora abitati dai nativi, occorre spingersi a Sud, nei governatorati di Gabรจs, Mรฉdenine e Tataouine, che testimoniano il loro stile di vita seminomade e una forma di organizzazione sociale tradizionale basata sulla solidarietร  e sulla forza dei legami tribali.

Scelto come ambientazione dal regista Georges Lucas, per filmare un episodio della saga di Star Wars nel luglio 1997, lo Ksar Hedada รจ diventato uno delle strutture di accoglienza piรน gettonate dai viaggiatori e motociclisti che amano visitare questi paesaggi lunari.
A Tamezret, lungo la Statale 20 che collega Matmata a Douz, tappa obbligata dei circuiti sahariani, merita fare una sosta per sorseggiare un tรจ alle erbe locali al Cafรฉ Ben Jemma, un suggestivo caffรจ berbero aperto nel 1932, animato da una simpatica โ€œmilitanteโ€ della cultura Amazigh, per poi visitare le Musรฉe Berbรจre de Tamezret, una casa berbera tradizionale, con tanto di cucina e couscousiere. Molto bella e suggestiva la gite troglodyte di Dar Ennaim, interessante anche per la sua proposta gastronomica di cucina berbera.

Il โ€œritoโ€ del tรจ in un villaggio berbero

Alle porte del Sahara

Situata ai margini del deserto, Douz, viene spesso definita la โ€œporta del Saharaโ€. Nessuna visita รจ completa senza unโ€™escursione nel grande mare di sabbia, magari al dorso di un dromedario, attraversando le affascinanti dune mentre il sole tramonta, proiettando una calda luce dorata sul paesaggio. Alcuni preferiscono il sandboarding, surfando lungo i pendii sabbiosi per una scarica di adrenalina, tra panorami impareggiabili.
Douz si รจ fatta conoscere per il suo Festival Internazionale del Sahara, che si tiene ogni anno, quando la cittร  si anima con colori vivaci, musica e danze tradizionali, catturando lโ€™essenza della cultura berbera locale e dello stile di vita nomade beduino che qui prospera da secoli. Oltre allโ€™antica Moschea, attraversandola, apprezzerete lโ€™imponente Ksar Ouled Soltane, un granaio berbero ben conservato che mette in mostra lโ€™architettura tradizionale.

Tozeur si estende negli aridi paesaggi del sud-ovest della Tunisia, รจ una vera oasi nel deserto, famosa per i suoi palmeti che producono una quantitร  infinita di datteri dolci e succulenti, della pregiata varietร  deglet nour, quelli che spesso troviamo nei banchi di frutta secca nei nostri mercati. Se chiedete informazioni in cittร  su un buon ristorante vi indirizzeranno probabilmente da El Bey, dove verrete accolti in un ambiente disneyano sotto le tende da inservienti travestiti da Aladino. Ma se volete conoscere lโ€™essenza della cucina locale non cโ€™รจ niente di meglio di essere accolti nelle case delle โ€œTateโ€ selezionate dalla Route Culinaire, come madame Mabrouka di Golden Taiba o Hania Belkhiri, che se lo desiderate, vi inviteranno ai fornelli per svelarvi i loro segreti. Volendo assistere alla preparazione del pane khobz el mella, cucinato nel palmeraie sotto la sabbia del deserto o se volete gustare una gargoulette stufata nel forno, allโ€™interno della caratteristica anfora di terracotta, il Sahara Lounge vi saprร  stupire.

Alcuni dei piatti di Hania Belkhiri, una delle โ€œtateโ€ di Tozeur che accolgono in casa i turisti per condividere ricette tradizionali

Il dattero, frutto sacro

Coltivata da oltre 6.000 anni dagli Antichi Egizi la palma da dattero figurava giร  nelle monete cartaginesi, per essere coltivata dai Garamanti, una popolazione libico-berbera, fin dal 500 a.C. La propagazione della Phoenix sarebbe avvenuta con lโ€™islamizzazione dei Paesi del Maghreb, tra il VII e il XVII sec. grazie ai carovanieri e ai pellegrini che si nutrivano di datteri per lโ€™alto potere energetico, abbandonando poi i semi lungo il loro cammino. โ€œFrutto sacro del Profetaโ€ i datteri accompagnano la โ€œrotturaโ€ del digiuno nel Sacro mese di Ramadan. Dal loro frutto si ricavano molti ingredienti tradizionali: dalla melassa, allโ€™aceto, dalle confetture, allo zucchero, passando per il caffรจ, prodotto con i semi tostati, senza parlare dellโ€™impiego in cucina in piatti sia dolci che salati. Grazie alla Route Culinaire la giovane tecnologa alimentare Telmine Kebili e le donne di VAL Oasis hanno aperto un atelier di artigianato e prodotti dellโ€™oasi dove propongono deliziose creme spalmabibili di deglet nour al cacao, al burro salato, mentre a Tozeur una coppia siculo-tunisina gestisce lโ€™Eden Palm, un piccolo resort nel palmeto, con ristorante e un interessante percorso museale sulla palma da dattero.

Il polpo alla maniera di Kerkennah, isola al largo di Sfax, accompagnato da spezie e salse tra cui la tradizionale harissa a base di peperoncino e aglio

Il rito piccante dellโ€™harissa

Iscritta dal 2022 nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dellโ€™Umanitร  Unesco lโ€™harissa รจ un condimento a base di pasta di peperoncini. Il rito della sua preparazione รจ parte integrante della vita domestica e delle tradizioni culinarie tunisine, specie nella penisola di Cap Bon. Viene solitamente preparata dalle donne in un ambiente familiare conviviale e festoso dopo aver fatto seccare i peperoncini al sole e dopo averli privati del picciolo e dei semi. I peperoncini vengono poi lavati, macinati e insaporiti con sale, aglio e spezie (coriandolo o carvi), utilizzando il mortaio o un tritacarne. Lโ€™harissa viene quindi conservata in barattoli oppure venduta sfusa sui banchi del souk. Anche se la sua preparazione viene insegnata negli istituti alberghieri, ogni famiglia vanta la propria ricetta particolare. Giunto alla sua IX edizione, il Festival de lโ€™Harissa de Nabeul, capitanato dal celebrity chef Rafik Tatli, chiama a raduno agni anno una quindicina di cuochi che si sfidano nella miglior ricetta, mentre Terroirs de Tunisie organizza, sempre a Nabeul, corsi e degustazioni per i turisti a base di Harissa.

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