I cipollotti con il gambo lungo e verde, ingrediente principe insieme all’aglio della cucina della Corea del Sud, hanno acceso la rabbia degli elettori in vista del voto nazionale per il rinnov0 dei 300 seggi dell’Assemblea nazionale, il parlamento di Seul. Da semplice alimento, infatti, i tradizionali mazzetti verdi si sono trasformati in un potente simbolo di protesta per l’aumento dei prezzi nella quarta economia asiatica in scia a una gaffe del presidente Yoon Suk-yeol.
La sua visita in un supermercato a metà marzo, nel mezzo di una crisi del costo della vita, avrebbe dovuto conquistare il sostegno pubblico, ma ha finito invece per alimentare l’esatto contrario: il sospetto che il leader sia staccato dalla vita reale. Di fronte al bancone dei cipollotti, Yoon ha detto di essere stato in molti mercati e di aver descritto come “ragionevole” il prezzo di 875 won (circa 60 centesimi di euro) per un fascio del vegetale verde. Ma il problema è che il suo costo effettivo a Seul è molto più alto, tra i 3-4 mila won (2-3 euro): solo nelle ultime settimane i supermercati sono riusciti a tagliare i loro prezzi grazie al piano temporaneo ad hoc del governo, al servizio della campagna elettorale. L’infortunio è stato colto al volo dalle opposizioni, anche perché la vicenda sui social era diventata virale: la Commissione elettorale nazionale ha addirittura bandito il cipollotto dai seggi, citando preoccupazioni per le “interferenze elettorali”.
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