Chissà se questa volta sarà ancora la premier Meloni a pagare il conto al ristoratore ciociaro cui due novelli sposi hanno “bruciato” il conto – o “hanno fatto il vento”, come si dice a Roma – dopo aver consumato il pranzo di nozze con una settantina di invitati al seguito. Già, perché dopo che la Giorgia nazionale ha saldato la fattura al ristorante albanese dove due nostri connazionali avevano “dimenticato” di pagare, ora a maggior ragione sarà il ciociaro a presentare il conto al governo. E certo, questa volta la premier dovrà stare attenta a non fare gaffe: all’albanese sì e al ciociaro no?
Foto di Brooke Lark su Unsplash. In apertura, foto di Jordan Arnold su Unsplash
Nessuno si presenta a pagare dopo il banchetto
Battute a parte, la vicenda fa una parte fa sorridere, ma dall’altra è anche di una gravità inaudita. E prefigura una vera e propria truffa organizzata ad arte. Per di più al danno di un ristoratore non certo baciato dalla fortuna di lavorare in un luogo visibile e abbordabile facilmente dal mondo intero, a cavallo dei territori di Veroli e di Boville Ernica. E pensare che il futuro sposo, un piccolo artigiano quarantenne di Ferentino, i suoi genitori e la futura sposa, una ragazza polacca venticiquentenne residente a Roma, erano stati alla cena di prova, per scegliere il menu: pesce, sicuramente, e un bel menu da ottomila euro che – al netto di un piccolo anticipo – sarebbe stato saldato tre giorni dopo le nozze, una volta fatti per bene i conti del cibo e dei vini consumati.
Una truffa premeditata: tutti spariti
Sta di fatto che nessuno si presenta a pagare al ristorante. E nessuno risponde al telefono lasciato per le comunicazioni. Il ristoratore prova ad andare nel paesino dello sposo: la casa la trova subito, ma i due sposi no! Tutto chiuso, sbarrato, non c’è ombra dei due. Idem a casa dei genitori di lui. Insomma, ci mette poco il ristoratore a capire che quel conto da 8.000 euro resterà in rosso! Così, va dai carabinieri di Ferentino e fa una denuncia per “insolvenza fraudolenta”. Anche se forse qui ci starebbe proprio la truffa orchestrata ad arte e ben premeditata: infatti i militari hanno verificato nel giro di pochissimo tempo che i due piccioncini – e i di lui genitori – se ne sono volati da Fiumicino a Francorte il giorno dopo le nozze. Beh, una cosa buona c’è: sembra che il biglietto aereo lo abbiano pagato per intero.
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