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Senigallia

Un orto in spiaggia a disposizione di tutti. L'idea di Moreno Cedroni che i balneari dovrebbero copiare

A distanza di tre anni dal lancio del progetto, l'orto marino di Moreno Cedroni sul Lungomare di Senigallia è più rigoglioso che mai. Nonché esempio virtuoso di come valorizzare un bene comune, come la spiaggia

  • 04 Giugno, 2024

In un contesto di confusione totale, dove gli imprenditori balneari chiedono di essere tutelati e il Consiglio di Stato boccia la proroga dei bandi al 31 dicembre 2025 decisa dal governo Meloni per posticipare (ancora) l’entrata della direttiva Bolkestein, ci sono esempi virtuosi di privati che valorizzano le proprietà demaniali, senza scopo di lucro.

L’orto marino

In un quadro di incertezza e sfiducia fortunatamente ci sono esempi virtuosi di imprenditori che continuano a investire sul bene pubblico, alcuni per mandare “avanti la baracca”, altri senza scopo di lucro. Tra questi ci sono Moreno Cedroni e Mariella Organi che di fronte al loro ristorante La Madonnina del Pescatore (che quest’anno compie 40 anni) tre anni fa hanno piantato un orto marino su una porzione di area demaniale costiera, in accordo con l’Amministrazione Comunale di Senigallia. In pratica un orto rialzato pieno zeppo di erbe aromatiche tipiche della macchia mediterranea, dal finocchio selvatico al papavero, dall’erba ostrica all’erba cipollina, dal tarassaco all’acetosella, o ancora ortica, borragine, paccasasso, timo limone, maggiorana, citronella, melissa, santoreggia, menta e ginepro. Con tanto di impianto audio che amplifica i suoni della natura. Il tutto utile per il fabbisogno del ristorante, sì, ma messo anche a disposizione della comunità che qui può venire “armata” di forbici per portarsi a casa un profumato cadeaux. Un’iniziativa che, a onor di cronaca, è stata concretizzata pure da uno stabilimento balneare pochi chilometri più a Nord (Bagni 77) che ha riservato uno spazio alle piante aromatiche tipiche della macchia mediterranea in una struttura progettata a forma di duna.

La Madonnina del Pescatore

A che punto sono le concessioni balneari

Le concessioni sono scadute a fine 2023 e il Consiglio di Stato continua a ribadire che le proroghe sono illegittime perché in contrasto con la direttiva Bolkestein. Gli spazi vanno riassegnati attraverso gare pubbliche. Cosa che in alcune regioni è avvenuto, come in Veneto (dove Mr Geox si è aggiudicato il bando per le concessioni balneari a Jesolo), in altre sta avvenendo, in altre ancora sembra non avverrà, come nel caso della Calabria il cui governatore Roberto Occhiuto ha dichiarato che solo il 13% delle spiagge calabresi è dato in concessione dai comuni e dunque, non essendoci scarsità della risorsa spiaggia, non si applicherà la direttiva Bolkestein.

Insomma un quadro dove regioni e comuni stanno procedendo in ordine sparso, in attesa che il Governo emani una legge in merito. Tra le ultime dichiarazioni, quelle della ministra del turismo Daniela Santanchè nel corso di un comizio a Firenze: «La questione dovrà essere risolta nel miglior modo possibile, ovvero difendendo le nostre trentamila aziende, la cui maggioranza è a livello familiare, dove ci lavorano il papà, il figlio, la nonna. Rappresentano la nostra identità e in questo settore non ci vogliamo certo standardizzare. Ogni territorio ha la sua specificità, anche nel cibo, credo che la Commissione Europea comprenderà, ma tanto cambierà. Ne parliamo dopo il 10 giugno», ha detto la ministra, facendo intendere che il Governo spera in un ripensamento a livello europeo.

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