Nuove restrizioni e norme anti Covid a Natale. La notizia era nellโaria. Lo si poteva prevedere dalle immagini delle strade dello shopping affollate, dai negozi presi dโassalto โ โassembramenti insopportabiliโ secondo le parole del commissario per lโemergenza Domenico Arcuri โ ma anche dalle notizie in arrivo dal resto dโEuropa, Germania in primis. Se Berlino fa un passo, difficile non seguire. Ma anche Londra, o Olanda, che ha deciso per un rigido lockdown. Spianata la strada dalla Merkel con la linea dura anticontagio in vigore dal 16 dicembre al 10 gennaio, anche lโItalia โ con macroscopico ritardo โ vara nuove regole dopo le riunioni di Giuseppe Conte con i capi delegazione dei partiti di governo e membri del Comitato Tecnico Scientifico e il conclusivo Consiglio dei Ministri che ha finalmente varato il nuovo Decreto Legge. Archiviato, almeno per il periodo natalizio, lo scacchiere colorato delle zone ad alto, medio e basso rischio, e superate le norme previste meno di un mese fa, adesso si gioca la carta del fermi tutti, data lโimpossibilitร oggettiva di controllare il territorio. Cosรฌ gli esercizi che solo pochi giorni fa hanno potuto riaccendere i motori, come i ristoranti delle zone ex rosse, sono nuovamente obbligati a fermarsi: circa 90mila attivitร da nord a sud. Con lo stillicidio di regole cambiare giorno dopo giorno, su base nazionale, regionale, o ancora locale. Una tarantella che rischia di aggiungere la beffa al danno, di richiamare persone dalla cassa integrazione e poi bloccarle di nuovo, mettere tutto in moto e poi bloccare poco dopo. Oltre che causare sprechi e perdite economiche.
Le ipotesi emerse negli ultimissimi giorni si sono rivelate fondate: โZona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, Per scongiurare un innalzamento della curva dei contagiโ annuncia lapidario Giuseppe Conte. Che aggiunge: โsarร vietato ogni spostamento tra le regioniโ.
Passato lโultimo fine settimana libero, prima del Natale, si comincia con chiusure differenziate: dal 21 dicembre al 6 gennaio: divieto di spostamenti tra regioni, zona rossa nei festivi e prefestivi, dal 24 al 27 e dal 31 dicembre al 3 gennaio, il 5 e 6 gennaio: chiusi bar e ristoranti, consentito lโasporto fino alle 22 e il delivery. Chiusi negozi a eccezione di supermercati, alimentari, farmacie, tabacchi, edicole e generi di prima necessitร . Vietati tutti gli spostamenti anche allโinterno del proprio comune se non per motivi di necessitร , lavoro o salute. Unica deroga in considerazione del momento dellโanno: la possibilitร di ricevere nelle proprie abitazioni fino a 2 persone non conviventi dalle ore 5 alle 22, queste due persone possono portare anche i figli minori di 14 anni (esclusi dal computo) e persone con disabilitร o conviventi non autosufficienti.
Zona arancione nei giorni feriali dal 28 al 30 dicembre e il 4 gennaio: ci si puรฒ spostare allโinterno del proprio comune di abitazione e residenza senza giustificare il motivo, e sono permessi gli spostamenti dei comuni fino a 5mila abitanti per un raggio di 30 km, senza perรฒ spostarsi nei capoluoghi di provincia); coprifuoco alle 22, attivitร aperte fino alle 21. Ma bar e ristoranti rimangono chiusi, consentito invece lโasporto fino alle 22 e il delivery.
โUna decisione soffertaโ la definisce il premier nellโannunciare un Decreto Legge (e non un Dpcm) che โcerca un punto di equilibrio tra la stretta che dobbiamo mettere in campo e le deroghe necessarie in considerazione dellโimportanza sociale e ideale delle queste prossime festivitร โ. Ma ha conseguenze nefaste anche sulle attivitร di somministrazione che, durante le feste, registrano sold out fondamentali per sollevare la situazione economica in questo anno complicatissimo. La chiusura nei giorni cardine del periodo natalizio, inoltre, arriva cosรฌ a ridosso delle feste, da cogliere i ristoranti giร pronti per il rush finale, con ordini, turni e organizzazione del lavoro giร fatti. โSono allibitoโ dice Antonio Ziantoni, chef e patron di Zia, a Roma. โAbbiamo prenotazioni fino al prossimo anno, le merci giร ordinate e i frigoriferi pieni. I giorni di festa sono andati, temo, ma se fanno una chiusura totale come gli altri paesi siamo rovinati: รจ finita. Non lo so nemmeno io come possiamo fareโ. Parla di ipotesi: quando lo sentiamo manca una settimana appena al Natale, ma ancora il Decreto non cโรจ, anche se le voci di un lockdown nazionale dal 24 al 6 ormai si inseguono sempre piรน insistenti. Voci che poi saranno confermate. โSono positivo e capisco tutto, per caritร , ma non ne posso piรน. Avendolo saputo 20 giorni fa sarebbe stato diverso, si stava chiusi e bastaโ. Le cose non sono andate cosรฌ. Invece le notizie ufficiali arrivano quando il conto alla rovescia รจ giร in fase molto avanzata.
Un Decreto arrivato in ritardo, โperchรฉ volevamo inserire immediate misure di ristoroโ annuncia il premier โmisure restrittive e nuovi aiuti economici devono viaggiare insieme e chi subisce danni economici deve essere subito ristoratoโ. E mentre fa riferimento a quanto erogato โ in modo โrapido e automaticoโ โ nelle scorse settimane dalla Agenzia delle Entrate direttamente sui conti correnti degli italiani, annuncia nuove e immediate misure economiche, proprio a favore di ristoranti e bar che devono rimanere chiusi in un momento cruciale dellโanno, dal 24 dicembre al 6 gennaio: sono 645 milioni e il 100% di quando giร ricevuto sulla base del Decreto Rilancio. E intanto annuncia che il Parlamento sta completando lโapprovazione della Legge di Bilancio che contiene ulteriori interventi e un nuovo Decreto Ristori a gennaio, per compensare le perdite di tutte le altre categorie (alberghi, negoziโฆ). โMaโ aggiunge โnon escludiamo altri interventiโ.
Dunque misure di ristoro specificatamente pensate per il settore dei pubblici esercizi, gli unici a essere coinvolti da questa operazione emergenziale. Un provvedimento soddisfacente? Non proprio, sebbene i ristori non siano da disdegnare. โLa chiusura dei ristoranti e dei bar dal 24 dicembre al 6 gennaio รจ lโennesimo colpo ad un settore ormai martoriatoโ ci dice Matteo Musacci vicepresidente della Fipe โ Federazione Italiana Pubblici Esercizi. โI ristori annunciati, seppur importanti, sono parametrati ancora sul delta del fatturato di aprile 2019 su 2020, ma i fatturati del nostro settore nel mese di dicembre sono ben differenti. Occorrono quindi nuovi aiuti ma, soprattutto, una visione sul futuro: Iva agevolata, interventi sulle locazioni e abbassamento del cuneo fiscaleโ.
โร la terza volta che facciamo la linea e la buttiamoโ racconta Matias Perdomo, di Contraste a Milano, โogni volta che cambiano le regole un giorno per lโaltro โ prima fino a mezzanotte poi fino alle 11, poi fino alle 6, poi chiusi del tutto, poi riaperti โ dobbiamo fare una grande pulizia della cucina, resettare le macchine, svuotare i frigoriferiโ. E poi ricominciare da capo, non si sa per quanto tempo. โTutto lโalimentare va rifatto, ma non sapendo niente non carichi tutti i frigo, per non rischiare di fare altri ordini e buttare di nuovo tutto, quindi le merci per il prossimo fine settimana arrivano il mercoledรฌโ spiega. Con un menu da 24 portate, mettere a punto la linea per due o tre giorni, ragionando su 30 coperti, ha un costo: โcirca 5mila euroโ. Una spesa da affrontare senza avere la sicurezza di poter lavorare. โSarebbe da fare una cucina di mercato, aprire con quello che hai, ma non rispecchia la nostra filosofia. Non si puรฒ fare un soft opening, lavorare a metร carica: devi essere preparato per fare quel che sai fare e che la gente viene a cercare. Se apri, lo devi fare a pieno regime e dare alle persone il Contraste che hanno nella memoria. Ma รจ difficile pianificare e dare energia a un progetto non sapendo se tra tre giorni ti chiudono di nuovo senza preavvisoโ.
Il Luogo di Aimo e Nadia ha riaperto martedรฌ scorso, il 15 dicembre, quando giร il sentore di un lockdown natalizio era nellโaria: โMa a quel punto non potevamo fermarci. Per aprire un posto come questo lo devi decidere una settimana prima, perchรฉ per rimettere in moto tutto il meccanismo ci vuole un poโ di tempo, non si puรฒ fare da un giorno allโaltroโ spiega Alessandro Negrini. โCosรฌ siamo andati avanti un giorno dopo lโaltro, con soli due menu per ottimizzare le risorse, lavorando quando e fino a che si รจ potuto. Ma ora che bisogna chiudere, lo facciamo. Lโunico messaggio che vogliamo dare รจ che siamo pronti a riaprire appena ce lo consentono, come abbiamo giร fatto. Noi vi aspettiamoโ.
โMisure di buon senso ed equilibrioโ quelle messe in campo fino a ora, le aveva definite Domenico Arcuri, dicendosi certo che anche i prossimi provvedimenti avrebbero seguito la stessa linea, nonostante il rigore nei giorni festivi (fatta salva la deroga per i piccoli Comuni). Ma per la ristorazione โ un settore che occupa oltre un milione e trecentomila persone โ la stretta decisa solo ora, arriva come una nuova e durissima ghigliottina โil mese di dicembre vale 7,9 miliardi di euro, mentre i soli pranzi di Natale e Capodanno valgono 720 milioniโ stima la Fipe, Federazione italiana Pubblici Esercizi. Che reclama interventi pari a quelli adottati in Germania, se della Germania si vuole seguire il modello, nelle misure restrittive e in quelle a sostegno del settore: โristoro al 75% dei fatturati calcolato sui mesi di novembre e dicembre, riduzione dellโiva al 5% e tutela dagli sfrattiโ. Solo pochi giorni fa, la Fipe sollecitava un allentamento delle restrizioni con la riapertura serale delle attivitร di somministrazione almeno fino alle 22 e lโallargamento degli spostamenti tra comuni, almeno nel raggio provinciale, mentre accoglieva con sollievo lโipotesi di minori restrizioni negli spostamenti tra comuni nei giorni di Natale. Il panorama pare invece ribaltato. โIl Natale, a Milano, รจ come agosto a Riminiโ aggiunge Alessandro Negrini per sintetizzare lโimportanza commerciale della fine dellโanno per Milano, โinsieme alla Salone del Mobile e al GP di Monzaโ.
โIl 25 siamo giร pieni, ed รจ tutto giร organizzato, ma oraโฆโ. Matteo Zappile, restaurant manager del Pagliaccio di Anthony Genovese racconta come questo ultimo Decreto li abbia sorpresi proprio mentre scaldavano i motori per cercare di risollevare le sorti di questo fine anno e lavorare per quanto possibile almeno nei giorni di festa. โDovevamo essere aperti dal 24 al 26 e dal 29 al 1 gennaioโ continua Zappile, operativi sia in sede, sia con le diverse formule di delivery: quello etnico-gourmet Turnรฉ (dal mercoledรฌ alla domenica, a pranzo e cena) sia con le Home Experience del Pagliaccio, con menu pensati per i giorni di festa. Studiata ad hoc anche la proposta del ristorante con un menu di gran carattere โ in perfetto stile Genovese โ materie prime importanti in buona parte giร ordinate. โLa gran parte dei prodotti viene consegnata in questa settimanaโ continua, ma in alcuni casi ordini e pagamenti sono giร partiti. โTra lโaltro, sono menu che sarebbero usciti allo stesso prezzo del nostro degustazione, anche se sono percorsi molto particolari, con piatti nuovi e ingredienti importantiโ.
โAbbiamo studiato un menu per il Natale e fatto gli ordiniโ riprende Ziantoni. โNon li cancelliamo, anche perchรฉ per un menu complesso dobbiamo cominciare a lavorarci giร da lunedรฌ o martedรฌ dunque poi se possiamo lavorare non faremmo in tempo. Se invece dobbiamo stare chiusi, forse qualche ordine ancora potremmo a bloccarlo. Ma non รจ giusto neanche per i fornitori che a loro volta hanno preso le merciโ. Che rischiamo di trovarsi tutte sul groppone a gravare una situazione pesantissima per la filiera, rimasta di fatto scoperta dai ristori messi in atto. Declinare il menu in versione delivery? โImpossible, lo avevo studiato per il ristorante, non posso portarlo nelle case dove le persone lo dovrebbero finire da soli, in quel caso bisogna mandare delle cose di qualitร pensate per il delivery e non adattateโ. Non sarebbe la stessa cosa, nรฉ lo stesso risultato, โe non posso far pagare la stessa cifra (110 euro, ndr) da casa. E neanche posso pensare, adesso, di studiare una proposta per la cena a domicilio facendo altri ordiniโ. E sostenendo altre spese.
Quasi sold out anche Il Luogo, per il Natale. โStiamo pensando allโeventualitร di trasformare il menu di Natale in un menu delivery, per le persone che avevano prenotatoโ riflette Alessandro Negrini, che con Fabio Pisani ha giร approntato il menu a domicilio di Vรฒce. โNon รจ la stessa cosa, e in linea di massima non credo a un delivery del Luogo. Ma questo รจ un caso eccezionaleโ. Aveva invece giร pronto il piano B Andrea Berton, nel suo ristorante omonimo, anche se fino allโultimo pensava di poter lavorare e registrava giร il sold out per il pranzo di Natale, โdobbiamo cambiare dei piatti per adattarli al deliveryโ come aveva giร previsto per il Capodanno. Aveva appena riaperto, dopo piรน di un mese di chiusura annunciata in fretta e furia: โabbiamo dato in beneficienza la merce che avevamoโ. Un inaccettabile avanti e indietro, che non tiene conto di quanto questo balletto possa pesare in termini economici e di organizzazione (basta pensare ai dipendenti richiamati dalla cassa integrazione), e di quanto sia oneroso rimettere in marcia una macchina imponente, che anche a motori spenti costa circa 5mila euro al giorno e a fronte di ristori โ 45mila euro nel suo caso โ assolutamente inadeguati, che non hanno coperto neanche le spese di un mese. โLa task force dovrebbe confrontarsi con un rappresentante del mondo della ristorazione che spieghi come funzionano le coseโ. Adesso si prepara a cambiare i piani milanesi, bloccando di nuovo tutto, mentre a giorni partirร il suo temporary natalizio a Montecarlo.
Matias Perdomo, a Milano, ha vissuto queste ultime settimane di emergenza e rigore in pieno fermento, con lโapertura (con Thomas Piras e Simon Press) in successione di Empanadas del Flaco e di Roc, mentre per Exit. Pastificio urbano bisognerร aspettare un poโ โsperiamo di aprire per i primi di gennaio, anche se siamo pronti e stiamo continuando a fare delle proveโ. Nel progetto iniziale le tre aperture dovevano essere scaglionate, ma poi la pandemia ha deciso diversamente e i due progetti appena lanciati continuano a lavorare con il delivery. Il tutto mentre il suo locale cadetto, Contraste, continuava ad assorbire i cambi di passo dettati dai decreti e dallโingresso in zona rossa. โI ragazzi, in questo momento di difficoltร , si sono ancor piรน fidelizzati, si sono messi addosso la maglia di Contraste, hanno sposato il progetto e insistito per aprireโ, ma questo continuo stop&go รจ demotivante. โSarebbe meglio saperlo prima, e non a singhiozziโ dice e poi aggiunge โma non vorrei trovarmi nelle scarpe di chi deve prendere decisioni per tutto il popoloโ. Riaperto da poco, dal venerdรฌ alla domenica, doveva lavorare il 31 e lโ1 โeravamo giร quasi pieni e avevamo delle richieste per il 25 e 26, tanto che stavamo pensando anche per quei giorni, pure se lโidea iniziale era di stare chiusi per il Natale, poi abbiamo sentito la notiziaโ.
a cura di Antonella De Santis
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