Mille. Tanti sono gli indirizzi che il Gambero Rosso ha selezionato quest’anno nella guida Roma e il Meglio del Lazio 2024, mille indirizzi che disegnano il profilo di una città e di una regione dall’offerta ricchissima, con le radici ben salde nella cucina tradizionale, ma con un’apertura senza precedenti ai nuovi progetti. Non sono anni facili per chi gestisce attività ristorative: l’inflazione galoppa, c’è un ripensamento delle modalità di lavoro e, nel settore, il turn over tra aperture e chiusure resta elevato. Dal nostro piccolo osservatorio, sono davvero tante le novità da tenere d’occhio per capire dove sta andando la Capitale.
Cambia la guida nel formato e nell’organizzazione, con una divisione rinnovata che ne migliora la fruibilità e la lettura. Suddivisa per categorie la parte del mangiare nella Capitale, a partire dai ristoranti (incluso il fine dining), passando per trattorie, bistrot, wine bar, birrerie, cucine internazionali, vegetariani, griglierie. È poi la volta di una parte intermedia dedicata ai migliori locali per mangiare e bere a tutte le ore, dalle botteghe con cucina ai cocktail bar, dalle gelaterie ai caffè. Prima di passare alle segnalazioni dei migliori locali in tutta la regione, ecco i cento migliori indirizzi per la spesa in città.
L’ondata legata al vino naturale è forse quella più evidente nelle tendenze ristorative capitoline: le selezioni enologiche di un certo tipo stanno ridisegnando il panorama del bere cittadino, con locali dalla fisionomia asciutta, interamente settati sul prodotto artigianale, sia in cantina che nei piatti (più spesso piattini, tapas, in una mappa del mangiare senza schemi che piace sempre di più, come la fruizione al bancone). Hanno cominciato qualche anno fa posti come Bar Bozza, L’Antidoto, La Mescita e quest’anno un’esplosione, con locali come Avanvera, Ciaparat, Lento, Ruvido: nel caso di quest’ultimo, con una commistione armonica cibo/vino così ben riuscita da meritare il premio speciale Novità dell’Anno (in collaborazione con Krombacher), insieme al ristorante Orma, alla trattoria Li Somari di Tivoli e alla piccola bottega Forme – Dispensa a Ripa.
La nascita di format agili, localini, microbotteghe si spiega anche con un’esigenza economica: bisogna fare i conti con una metropoli che diventa sempre più costosa e sempre più ambita dai grandi investimenti internazionali (dopo il Bulgari, c’è ora attesa per il Romeo Hotel che, per la ristorazione, sfodera un nome come quello di Alain Ducasse). Una città, che, più di ogni altra di pari dimensioni, però, resta profondamente attaccata alle sue radici gastronomiche: non c’è locale, alto o basso, che non si misuri con i piatti simbolo capitolini. E allora ecco che abbiamo ripreso una vecchia abitudine: individuare i Campioni della Tradizione, che interpretano al meglio il ricettario tipico, al fianco del premio speciale Valorizzazione del Territorio (in collaborazione con Casale del Giglio), andato alla Nù Trattoria di Acuto, e a quello Ambasciatori Fondazione Gambero Rosso, conferito a un’insegna solida, nel cuore di Roma, come Il Sanlorenzo di Enrico Pierri.
In ordine di punteggio, ecco le più grandi insegne in regione, i ristoranti che si sono aggiudicati le Tre Forchette.
95
La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri – Roma
94
Il Pagliaccio – Roma
92
Pascucci al Porticciolo – Fiumicino (RM)
La Trota – Rivodutri (RI)
91
Enoteca La Torre a Villa Laetitia – Roma
Idylio by Apreda del The Pantheon Iconic Rome Hotel – Roma
Imàgo dell’Hotel Hassler – Roma
90
Glass Hostaria – Roma
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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