Anche quest’anno L’Espresso chiude la stagione delle guide gastronomiche, con la presentazione di fine novembre dei suoi migliori mille, selezione che caratterizza dallo scorso anno la guida firmata da Andrea Grignaffini (quarto direttore della guida ristoranti dopo Federico Umberto d’Amato, Edoardo Raspelli e Enzo Vizzari). Una selezione nata per «offrire un panorama il quanto piu? esaustivo delle eccellenze italiane, al fine di guidare il lettore nella scoperta di antiche e nuove realta? ristorative», con una settantina di new entry, insegne di giovani chef che stanno scalando la graduatoria posizionandosi nella parte alta della classifica che – ricordiamolo – prevede sia una scansione per simboli (Cappelli, da uno a cinque) che una valutazione espressa in ventesimi.
Sul podio, a dire il vero, c’è qualche novità: il quartetto di testa, con un punteggio di 19,5 su 20, è quello che vede Le Calandre di Massimiliano Alajmo, Osteria Francescana di Massimo Bottura, Piazza Duomo di Enrico Crippa, Reale di Niko Romito promossi tutti di mezzo punto rispetto allo scorso anno, rimane invece a 19 Uliassi di Mauro Uliassi, raggiunto da Cracco di Carlo Cracco, Duomo di Ciccio Sultano, Uliassi di Mauro Uliassi, L’Argine a Venco? di Antonia Klugman (da quest’anno entrata nel novero dei ristoranti Tre Forchette, massimo riconoscimento della guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso), unica donna a conquistare i Cinque Cappelli, massimo riconoscimento della guida. Tra i 4 cappelli ci sono Chiara Pavan, che condivide il pass con Francesco Brutto da Venissa e Nadia Santini chef di Dal Pescatore, oggi affiancata dalla nuova generazione. Una rappresentanza risicata: tre donne nei primi 60 ristoranti. Il 5 per cento.
I 5 cappelli d’oro premiano i monumenti della cucina italiana, quei ristoranti che hanno fato la storia della ristorazione nel nostro paese. Alle insegne già premiate lo scorso anno: Casa Vissani, Dal Pescatore, Antica Corona Reale, La Pergola e Da Vittorio, si uniscono Colline Ciociare e Don Alfonso 1890. Il Cappello di platino per il miflgior pranzo dell’anno va a Niko Romito.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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