Se sei un cuoco bravo e sei nato in provincia di Bergamo, è possibile che a un certo punto della tua carriera passi in quel tempio dell’alta cucina che è Da Vittorio. Così è stato per Luca Adobati, trent’anni non ancora compiuti di Alzano Lombardo, approdato dalla famiglia Cerea ancora minorenne, mentre frequentava l’alberghiero di Nembro, e fermatosi lì per 10 anni – un’esperienza «formativa sotto ogni profilo» – lavorando a Brusaporto e a St Moritz al fianco di Paolo Rota. È l’inizio di una carriera che lo ha visto bruciare le tappe, con passaggi in alcune delle cucine più importanti al mondo. La sua storia la racconta il Corriere Bergamo nell’annunciare il ritorno a casa di quel figliol prodigo della bergamasca, expat dei fornelli che si prepara, in questo caldo agosto, a riprendere in mano il ristorante di famiglia – Da Romano – dove tutto è cominciato.
Se la sua crescita, professionale e personale, è stata accanto ai Cerea – «A loro devo tutto, e non è un modo di dire» commenta – a un certo punto è arrivato il momento di mettersi alla prova con altre realtà: «Sentivo il bisogno di fare altre esperienze, di allargare gli orizzonti. Con il loro supporto ho cercato opportunità dello stesso livello per completare formazione e crescita professionale». Va da sé che se il punto di partenza è Da Vittorio, l’approdo non può che essere il gotha della ristorazione: «Sono stato al Noma a Copenaghen, quindi da Alléno». Da Alléno si ferma poco: Mauro Colagreco lo chiama al Mirazur (miglior ristorante al mondo per la classifica 50 Best del 2019) offrendogli una posizione da junior chef e la prospettiva di una crescita repentina. Così è stato: non sono passati che tre mesi che è arrivata la promozione a sous-chef. Negli ultimi due anni Adobati è stato il braccio destro di Colagreco, arricchendo la propria formazione con corsi di management aziendale e di gestione del personale, acquisendo «una visione a 360° non solo della cucina, ma della gestione del ristorante nel suo complesso».
Un passaggio fondamentale per chi, come lui, si appresta a mettersi in gioco in prima persona. Questa stagione estiva segnerà il commiato dal Mirazur: «Mi sento pronto per tornare da dove sono partito, il ristorante di famiglia al Belvedere di Nese». Da Romano è un’insegna storica della zona, fino a oggi nota soprattutto per i banchetti. Il prossimo anno, però, cambia tutto: «Partirò con i piedi per terra, come è nel dna famigliare. Ma certo torno per rivoluzionare la proposta gastronomica». L’obiettivo è far germinare nel suo territorio i tanti semi raccolti nel suo percorso professionale: «Ho in mente una cucina raffinata ma golosa, per certi versi inusuale ma accessibile a tutti, sia dal punto di vista delle sensazioni organolettiche sia del conto. Ne abbiamo parlato in famiglia e siamo in piena sintonia, soprattutto con mia sorella Valentina che si occupa della sala e dei vini, con il mio stesso spirito di crescita».
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