Si chiamano Open House Hotel perché aperti alla città, radicati nel tessuto urbano come sempre più di frequente capita nel mondo dell’hotellerie, ormai palcoscenico privilegiato del tempo libero anche dei locals, complici spazi confortevoli, servizio accurato, proposte ampie e versatili. Dalla colazione al pasto fuori orario (gli all day kitchen sono una rarità in Italia), dall’aperitivo alla cena fino al last drink della giornata gli alberghi sono diventati destinazioni per tutti, turisti e non. E Firenze non fa eccezione in questa tendenza, anzi, si prepara ad accogliere una nuova insegna che la incarna perfettamente declinandola in uno stile casual chic, democratico e accogliente. L’appuntamento è per il primo marzo, con l’apertura della seconda sede italiana di The Hoxton (la prima è a Roma), brand Open House del gruppo londinese Ennismore; guarda caso, lo stesso di 25 Hours, che ha per primo portato questo stile – fresco, giocoso, rilassante – nel cuore della città, con quella struttura ispirata alla Divina Commedia che la designer Paola Navone ha diviso in due aree distinte, inferno rosso fuoco e paradiso celestiale, con un’ampia lobby aperta a tutti (come è il purgatorio) e sempre frequentatissima, anche grazie al ristorante firmato da Dario Cecchini. Il concept funziona, soprattutto in una città dal centro storico mignon, patrimonio Unesco dal 1982 oggi afflitto da flussi turistici che intasano le strade, piene di mangiatoie senz’anima né qualità che allontanano gli abitanti. In questo contesto, anche un nuovo hotel può favorire il riequilibrio tra cittadinanza e visitatori, se realizzato con intelligenza.
Piazza della Libertà, dove apre The Hoxton, non è nel cuore del cuore della città, ma in un’area di cerniera, vicinissima al centro storico ma lontana dalle orde di visitatori e dal turismo predatorio, una zona di abitazioni e studi professionali, vissuta anche da fiorentini. Non è un caso: nel dna del brand c’è la convivialità, con lobby aperte 24 ore su 24 anche al pubblico esterno, e la creazione di spazi accoglienti, frequentati dalla comunità locale e dai turisti; luoghi di incontro con una proposta food accessibile a tutti, facile e confortevole. Per questo sceglie un quartiere semi centrale, distante ma non troppo se si considera che Firenze rimane una città che si misura a piedi e raramente si passeggia per più di mezz’ora. E questa doppia anima si trova anche nell’architettura, due edifici collegati da un giardino: da una parte un palazzo rinascimentale con una maestosa arcata a volta, dall’altra uno più moderno, un progetto anni ’80 di Andrea Branzi, con una originale facciata in legno a doghe; quasi a sottolineare la capacità di integrare vecchio e nuovo senza essere schiacciati da una grandeur troppo impegnativa. 161 camere che confermano la predilezione per un certo tipo di affordable luxury, informale, disinvolta e senza spocchia. Pure nella stanza familiare: 145 metri quadri con 3 camere da letto con bagni privati, cucina, zona pranzo, soggiorno e terrazza con tanto di tavolo da pranzo per 6 ospiti. Un vero appartamento con ingresso privato, che rafforza il concetto di accoglienza e consente agli ospiti di sentirsi – letteralmente – come a casa (o forse meglio), ma sempre con i servizi di un super hotel con house manager dedicato. È una nuova concezione del lusso e dell’ospitalità che aggiunge servizi privati su misura degli ospiti.
Foto Anton Rodriguez
Colazione, pranzo, cena: il ristorante di The Hoxton è aperto sempre e a tutti, ma non fatevi ingannare dal nome: Alassio sintetizza più un certo stile di vita, elegante ma rilassato, tipico delle estati in riviera, che un tipo di cucina. Ci sono le linguine con vongole veraci e bottarga di tonno e le lasagnette con cozze, vongole e gambero rosa – sì – ma non mancano robata e Josper per carne, verdure e pesce (inclusi i moscardini in umido), il padellino per la pizza e l’insalata di polpo, le cozze con le erbette e i fagioli cannellini. Non è la cucina delle pinzette, e non vuole esserlo; piuttosto una cucina familiare, con ingredienti nobili mixarti ad altri quotidiani; una spesa che difficilmente si spinge sopra i 65 euro, e che restituisce una offerta gustosa e che non richiede troppi pensieri. In quest’obttica, la tavola è l’elemento attorno a cui riunirsi con gli amici o fermarsi senza la spunta del fine dining ma con l’obiettivo di essere accessibili a tutti: dalle 17 c’è poi l’enoteca Violetta, con selezioni di salumi e formaggi, bruschette al pomodoro e crostini con paté di fegatelli, e una piccola scelta di sfizi da accompagnare a un bicchiere di vino o una bottiglia intera. Si presenta come un wine bar di quartiere, e tanto basta per definire obiettivi e concept di questo nuovo hotel aperto a tutti.
The Hoxton – Firenze – via delle Mantellate, 2 – https://thehoxton.com/it/italy/florence/
Alassio – Firenze – via San Gallo 97 – 055 0986092 – www.alassiofirenze.com
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