Mauricio Zillo lascia Gagini, uno dei migliori ristoranti di Palermo in cerca di chef

Si è conclusa un’era, nell’organismo ristorativo targato Franco Virga e Stefania Milano. Mauricio Zillo va via da Gagini, dopo quasi 5 anni (molto prolifici) alla guida del primo locale e ammiraglia del gruppo. Se ne va con un saluto affettuoso da parte di Virga che conferma la sua attitudine al moto perpetuo. Non è passata che qualche settimana dall’approdo di Erminia Valenza alla tolda di comando di Stazione Vucciria, dopo il breve passaggio di Lorenzo Careggi, e già un nuovo scossone ha cambiato le carte in tavola.

Mauricio Zillo chef del Gagini

Il futuro di Gagini

Imprenditori volitivi, Virga e Milano non temono di cambiare lo status quo: «La nostra filosofia per questo 2024 è: largo ai millennials», ci dicevano qualche mese fa, e adesso confermano di voler seguire quella direzione: «Manterremo il discorso del fine dining ma più divertente e orientato al pop, continuando quello che abbiamo iniziato». Un ristorante gastronomico ancora più informale e accessibile, dunque, in cui alleggerire l’esperienza con piatti in condivisione, tempi più brevi e ritmati, anche grazie a un rapporto diretto dei cuochi con gli ospiti. «Penso a una partecipazione più importante da parte della cucina». Di quanto è stato negli ultimi anni non rinnegano nulla, ma come è nel loro stile non esitano a invertire la rotta ed esplorare nuove strade. L’obiettivo, come già in altri cambiamenti introdotti nei loro locali, è raggiungere le nuove generazioni: «Millennials e Gen Z che sono spesso fuori dai circuiti del fine dining».

E mentre Stazione Vucciria si avvicina alla chiusura stagionale, le altre insegne del gruppo si apprestano a entrare nel pieno della nuova stagione, con Maison Bocum appena riaperto, Aja Mola che consolida la presenza di Tiziana Francoforte e Buatta guidata da Fabio Cardilio – una delle migliori trattorie d’Italia – nella doppia sede palermitana e torinese. Nel frattempo Gagini cerca un nuovo comandante per intraprendere quello che Virga chiama «Un viaggio verso la contemporaneità che fa tesoro dell’esperienza passata». E chissà che nel frattempo non si incappi in qualche altra novità.