Una grande lavagna, incastonata tra bottiglie di vino, ci dà il benvenuto. Eravamo passati più volte davanti all’insegna del ristorante Da Michele in zona San Paolo, ma non aveva mai catturato la nostra attenzione. Ci sbagliavamo. Bruschetta con totanetti, bocconcini di baccalà in tempura, polentina di riso con crostacei: tra gli antipasti vorremmo tutto. Ci teniamo e alla fine optiamo per la tartare del giorno, di orata, e puntarelle, alici fritte e pecorino.
In entrambi casi, materia prima impeccabile e un ottimo e ravvivante olio extravergine, finalmente, che valorizza e lega bene i sapori. Il locale è piccolo, una trentina scarsa di coperti, l’atmosfera serena e rilassata. Il tavolo accanto festeggia il 98esimo compleanno di una signora, ci sono tante coppie giovani con bambini piccoli. Il servizio è informale e molto attento: si sta bene. La carta vini è una lista redatta con una buona dose di passione e ricerca. Ci sono Champagne giusti, una selezione di bianchi artigianali di carattere, sorprende la quantità di rossi. Facciamo fatica a pensarli con quanto recitato sulla lavagna, ci appuntiamo comunque due-tre etichette da stappare nella prossima occasione: Civettaja 2015, Barbera Cascina Francia 2020 di Conterno, un Poulsard raro. Nel bicchiere abbiamo un buon Greco di Tufo ed eccoci sui primi.
«I romani? A dir poco tradizionalisti, già è stato difficile proporre la verza su un classico spaghetto alle vongole. Ma adesso va forte», sorride Marco Pignotta, titolare del locale. La carta dei vini porta il suo istinto. In effetti, funziona eccome l’accostamento, la verza tagliata fine ravviva il sapore delle vongole, la pasta è ben mantecata. Olio e aglio sono usati a puntino. Né troppo ricca né troppo lenta, piatto ben collaudato. In cucina c’è Andrea Pignotta, si può parlare di gestione familiare.
Ci convince anche il risotto alla pescatora, i sapori sono netti, il prezzemolo dosato bene: è intenso e legato. Una coccola che ci porta indietro nel tempo. Tra i secondi, piacevole anche il cubo di pesce spada arrostito con carciofo alla romana. Le cotture sono puntali, gli abbinamenti semplici e vividi. Cincischiamo un po’, quindi chiudiamo con un mousse di ricotta, miele d’arancio e pinoli: casalinga, poco lavorata, buona materia prima. Caffè e un cioccolatino artigianale, offerto. Il conto finale? Sui 50 euro a persona. Mentre andiamo via pensiamo a quanti ristoranti pensati su una clientela che non esiste hanno aperto negli ultimi 15 anni. Per soddisfare chi? L’ego del cuoco di turno o i sogni irrealizzabili del ristoratore? Riprendiamo la macchina parcheggiata sulla Cristoforo Colombo. Ci sono anche due gabbiani. E una distesa di semafori rossi.
Da Michele – Via Tiberio Imperatore 95/97, Roma – tel. 065404352 | 3204608196 – Chiuso: Domenica e Lunedì
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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