Il business dei ready to drink – cocktail e bevande pronte, premiscelate e pronte per l’uso, a basso o zero alcol – cresce in Italia sull’onda lunga della tendenza che in Usa ha già travolto (o stravolto) la geografia del consumo legato al tempo libero. Non è un caso, dunque, che un marchio storico del buon bere italiano (anzi, piemontese) lanci una nuova etichetta che attualizza una storia fatta di design, gusto e capacità di mercato: Contratto, azienda nata a Canelli nel 1867 e oggi di proprietà di Giorgio Rivetti, in sinergia con Luca Gargano (Velier) e Paolo Dalla Mora (Gin Engine, Vermouth & Bitter Strucchi e Sgrappa), dà vita a Contrattino, un aperitivo pronto a basso contenuto di alcol (5,5°) e in linea con la tradizione della casa e della mixology mainstream italiana.
Testimonial di questa operazione studiata al millimetro – dal design della bottiglietta in stile Art Deco-Modernista fino alla distribuzione e alla immagine che fa l’occhietto al fascino retrò attualizzandone il carattere – è il faccione di uno chef sulla cresta dell’onda e assolutamente mainstream anche lui come il nuovo aperitivo: Antonino Cannavacciolo – simpatia campana e tono piemontese acquisito – che garantisce le penetrazione nell’immaginario di massa con il suo look ammiccante tra il risorgimentale e il guascone (alias scugnizzo). Ecco così che anche gli chef con più appeal mediatico fiutano il business e dopo le patatine o le acque minerali si buttano sui drink premiscelati.
Il poster storico di Mario Gros. In apertura, la foto con lo chef testimonial
Contrattino, il nuovo ready to drink, è l’ultima generazione di una famiglia di aperitivi italiani che affonda le radici nei primi decenni del secolo scorso. La cantina piemontese, infatti, nel 1933 lanciò il suo Bitter che due anni dopo diventa Contratto Aperitif: sono i primi passi verso il vero e proprio ready to drink che nasce nel 1936, l’aperitivo Tonic Normal G. Contratto Canelli (un miscelato vero e proprio) che poi negli anni ’50 – nel pieno della rinascita del Dopoguerra – raddoppierà con le versioni Tonic Normal e Tonic Bitter. Lo spirito legato alla tradizione piemontese e alle suggestioni fin de siecle cui l’immaginario collettivo ancora è legato nel pensare alla gloria sabauda, viene ripreso nel design della nuova bottiglietta del Contrattino, elegante, al tempo stesso flessuosa e lineare, firmato dal think tank costruito intorno ai tre big del beverage italiano (Rivetti-Dalla Mora- Velier) e sottolineato – diremmo veicolato – dal faccione dello chef-testimonial.
La nuova etichetta distribuita da Velier e reclamizzata da Cannavacciolo è un ready to drink contemporaneo che strizza l’occhio alla tradizione dell’aperitivo piemontese: bassa gradazione alcolica e gusto floreale con una nota amaricante rinfrescante che gioca con la sensazione di dolcezza iniziale. Il colore è dato dal’utilizzo di succo di carota nera. Inoltre, in linea con i diktat della contemporaneità, gli ingredienti sono tutti biologici. Insomma, un’etichetta perfetta per l’estate e in linea con le tendenze di consumo della Gen Z: un’operazione ben progettata e pronta all’uso… anzi, alla beva.
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