Perché poi a casa mia le crocchette di patate (o crocchè) si siano sempre chiamate panzerotti, non l'ho ancora capito. Forse perché invece che venire buttate a cucchiaiate nell'olio prendevano tra le mani la forma "panzuta" e cicciottella? O forse perché mia nonna (artefice indiscussa di questa eccellente polpetta di patate) aveva appreso la ricetta da un'amica napoletana? Il mistero resterà con noi, ma per fare chiarezza specifichiamo che in quasi tutta la Puglia vengono chiamati così i calzoncini di pasta di pane, farciti e fritti (vedi ricetta). In questo caso si tratta invece di un impasto di patate (simile peraltro a quello del noto "gattò" ), arricchito da mozzarella e talvolta pezzetti di prosciutto, a cui mani abili e svelte davano la forma di polpettine oblunghe, da passare velocemente nella farina e tuffare nell'olio bollente, servendole poi immediatamente. La rapidità dell'esecuzione e del servizio non è infatti un dettaglio in questa ricetta. Affinché un panzerotto sia degno di nota (e posso dire con orgoglio che durante la preparazione di questo libro, all'assaggio dei suddetti, mi sono beccata un "eccezionale" dal mio critico più temuto, mio padre), è necessario che sia tanto croccante fuori quanto morbido e soave all'interno. Il che vuol dire lasciare l'impasto molto tenero col rischio di trovarselo tutto appiccicato alle mani. E vuol dire soprattutto friggere in tempo di record mentre i commensali sono già seduti a tavola.
1 kg di patate; 2 uova; 1 mozzarella lasciata asciugare per un giorno; 100 g di parmigiano grattugiato; 1 ciuffo di prezzemolo; farina; pangrattato; pepe nero; sale; olio per friggere
Lessare le patate con la buccia, scolarle e pelarle. Schiacciarle con lo schiacciapatate lasciandole cadere in un’ampia ciotola. Unire le uova leggermente sbattute con sale e pepe, i formaggi grattugiati e il prezzemolo tritato. Tagliare la mozzarella a piccoli cubetti asciugandoli bene con un foglio di carta da cucina, se dovesse risultare ancora acquosa. Può essere utile anche spolverare la mozzarella con un po’ di pangrattato o parmigiano prima di unirla al composto. Mescolare ancora l’impasto unendo qualche cucchiaio di pangrattato se risultasse troppo morbido. Con un cucchiaio o con le mani infarinate prelevare una quantità di composto necessaria a formare un cilindro lungo un dito e largo due. Rotolare il panzerotto tra le mani per dare una forma regolare, con le estremità a punta. Continuare con il resto del composto disponendo i panzerotti su un piano infarinato prima di friggerli, pochi alla volta, in abbondante olio ben caldo (180°C). Quando saranno dorati uniformemente scolarli con la schiumarola e asciugarli su carta da fritti. Salare e servire immediatamente.
Viviana Lapertosa – lacuocadellaportaaccanto.it – IG: @cuocaaccanto
Foto di Luca Bartolomei
Le stagioni non hanno mai una cesura netta: a settembre, ad esempio, gli ultimi pomodori, che restano verdi perché non giungono a maturazione, si incontrano con le prime zucche e i cavolfiori che annunciano l'arrivo dell'autunno.
Far lessare il cavolfiore in acqua leggermente salata. Frullarlo con un pochino della sua acqua di cottura, sale, pepe e olio, disponendo la crema ottenuta nei piatti di portata. Tagliare la zucca a cubetti e saltarla in padella con olio, aglio e un pizzico di sale. Affettare finemente le cipolle e dividere i pomodorini a […]In abbinamento a uno spiedino di pesce spada arrostito o a uno spiedino di pollo arrosto, condito con un battuto alla menta, queste zucchine sono una poesia.
Tagliare le zucchine a rondelle. Se possibile, farle asciugare al sole per qualche ora, quindi friggerle in olio bollente e profondo. Asciugare su carta assorbente. Condirle con foglioline di menta, sale, aglio a lamelle, un goccio di aceto e olio. Lasciare insaporire almeno una mezz’ora. Così come sono, sono pronte per essere gustate e, a […]No results available
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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