300 g di pane toscano; 1 melanzana striata; 50 g di burro; 4 foglie di menta; peperoncino secco; vino bianco; brodo vegetale; pepe; sale grosso; olio extravergine di oliva
“The best in the world: il pane toscano! Scrupolosamente sciapo – non c’è un grammo di sale – perché per tradizione in questa regione il companatico è sempre molto saporito. Qui faremo una cosa in controtendenza: prepariamo una sorta di paté vegetale, molto aromatico e buono che esalterà il sapore del pane”.
Cominciamo facendo sciogliere dolcemente in padella una noce di burro insieme a un filo d’olio, due foglioline di menta fresca intere e qualche briciola di peperoncino sfranto. Mondiamo la melanzana lavata e asciugata, togliamo le estremità, la tagliamo a dadini e la facciamo andare sul fuoco.
Aggiungiamo qualche granellino di sale grosso, un goccetto di olio sopra ? senza lesinare, mi raccomando -, diamo una saltatina e sfumiamo con un po’ di vino. Quando l’alcol è evaporato mettiamo un mestolo di brodo, abbassiamo la fiamma, copriamo e facciamo cuocere per cinque minuti.
Una volta trascorso il tempo necessario togliamo il coperchio e controlliamo lo stato di cottura delle melanzane: se sfrigolano e sono troppo asciutte aggiungiamo un altro mestolo di brodo, lasciamo tirare di nuovo e spegniamo quando l’intruglio è pronto.
A questo punto lo versiamo dentro al bicchiere di un frullatore a immersione, mettiamo qualche altra fogliolina di menta (un paio, non troppe), una noce di burro e un giro d’olio a crudo che daranno un sapore e un’aromaticità aggiunta; infine una macinatina di pepe e “sfrullacchiamo”. Assaggiamo e se necessario aggiustiamo con quello che manca.
Quando il nostro paté è pronto affettiamo il pane, lo bruschiamo in fono o in padella per fare dei crostini, e sopra questi ultimi spalmiamo per bene l’intruglio. “Il piatto è pronto e faremo un test: mmm? è proprio un bel matrimonio! E se, sui crostini, ci mettessimo un altro filo d’olio a crudo? Migliorano? migliorano ancora. Viva il pane sciapo, viva la Toscana!”.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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