È di pochi giorni fa la pubblicazione del report dell’Icqrf sul sito del Masaf sullo stato dell’olio di oliva in Italia. Una pubblicazione che con precisione e costanza ci aggiorna sulla situazione degli stoccaggi delle varie tipologie degli oli da olive. Questa volta però, dai dati aggiornati al 30 aprile scorso, emerge un dato allarmante: non è poi così sicuro che arriveremo alla prossima campagna olearia con olio extravergine sufficiente per tutti.
I numeri non sono confortanti. Dal report, infatti, emerge come negli stoccaggi ci siano 163mila tonnellate di extravergine di cui circa 112mila italiano, mentre il resto si divide tra quello di provenienza Ue ed extra Ue. Dati che non sembrano incoraggianti se si pensa che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno fa le scorte sono inferiori di circa il 24%. Non meno importanti sono le rilevazioni rispetto addirittura a un mese prima, fine marzo, periodo rispetto al quale le giacenze di olio di oliva sono diminuite del 9%. Un problema che si riflette su tutto l’intero comparto italiano e internazionale dato che gli operatori del settore non avranno a disposizione più di 32mila tonnellate di extravergine al mese da movimentare per arrivare decentemente fino al prossimo ottobre quando entrerà nel vivo la campagna olearia. Un problema, quindi, che coinvolge il Belpaese in primis, ma che rischia di creare una situazione di crisi anche nel resto dei paesi produttori dato che anche la Spagna, che già deve affrontare la crisi produttiva degli ultimi due anni, risentirà anche di questa problematica.
In una situazione critica come quella che ci evidenziano i dati della Repressione Frodi, non sorprende che nei prossimi giorni comincerà una ricerca di extravergine nei paesi vicini per coprire il gap di olio che ci permetterà di arrivare alla prossima campagna olearia. Certo è che ci si rivolgerà sempre di più alla Spagna che, essendo il primo produttore di olio in Europa e nel mondo, è anche il paese ad avere delle “riserve” più corpose. Una pressione che, probabilmente, andrà a incidere ancora di più sul prezzo al consumatore finale vista anche la crisi strutturale che sta vivendo il comparto oleario spagnolo da un paio di anni. Una serie di fattori che non fanno ben sperare sul fronte delle eventuali speculazioni da parte di molti degli attori che operano sui mercati internazionali.
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