Uno chef-influencer. Matias Perdomo ci ha preso gusto, e dopo l’endorsement di qualche settimana fa per Damatosteria ad Arceto, nel Reggiano, su Instagram racconta con entusiasmo un altro locale nascosto, anche se stavolta nella “sua” Milano: Zibo Cuochi Itineranti nella centralissima via Caminadella. Un locale nato nel 2015 come “food truck” per portare la cucina di qualità per le strade della metropoli lombarda e poi spiaggiatosi due anni dopo in un locale stabile, un ristorante che però conserva quello spirito nomade e zingaresco delle origini.

Matias Perdomo tra Giulio e Laura (dall'account Instagram @mpchef)
Il catalogo è questo
Nel suo post su Instagram lo chef uruguayano dello stellato Contraste definisce Zibo “una realtà che si mette in gioco con entusiasmo, contagiando le persone che entrano a sedersi al suo tavolo” e parla delle sue proposte gastronomiche come “tutte ben fatte e golose”. Ma che cosa ha mangiato Matias? Il catalogo è questo: “Dai fritti iniziali che aprono le danze stuzzicando l’ospite passando per un cavolfiore fondente con crema di sesamo molto goloso, continuando con le paste che giocano con la tradizione senza perdere mai di vista la qualità, ravioli di carbonara, pasta a forma di riso che simula un risotto di stagione e anche dei ravioli tipo gyoza croccante e fondente e anche una ricciola cotta sulla brace profumatissima e meravigliosa, per finire con dolci buonissimi…”. Detto da quello che è considerato l’ultimo degli avanguardisti nella scena gastronomica milanese non è un complimento da poco.

Nelle mani di Giulio
Zibo è stato fondato da Giulio Potestà e Alessandro Cattaneo, due amici che nel 2010 si sono conosciuti ad Alma, la scuola internazionale di cucina italiana che fu diretta da Gualtiero Marchesi e che reincontratisi nel 2015 unirono i loro sforzi in un progetto cresciuto passo dopo passo. Erano gli anni in cui il cibo da strada era stato riscoperto e un food truck che girava nella Milano elettrica del dopo-Expo non passava inosservato. Oggi però la dimensione del ristorante è decisamente più acconcia per il progetto che nel frattempo è passato nelle mani del solo Giulio, aiutato dalla moglie Laura. Perdomo nel suo post ricorda quando ha conosciuto Giulio, “venti anni fa più o meno, era passato a lasciare il suo curriculum ed è rimasto dentro a fare servizio”.
Lo chef sudamericano si riferisce all’epoca in cui lavorava al compianto Pont de Ferr al servizio della carismatica Maida Mercuri, un binomio che portò il locale dei Navigli a una cucina mai vista da quelle parti e anche alla stella Michelin. “Oggi sarebbe impensabile un approccio del genere – scrive con evidente rimpianto Perdomo – ma quel gesto immediato mi ha fatto intravedere in lui la sua passione, il suo spessore e la sua dedizione in quello che fa e come lo fa. Lui oggi porta avanti una sua realtà bellissima, con ancora più profonda convinzione che la cucina è un gesto quotidiano di amore e condivisione, dare agli altri il massimo di sé stesso”.

I fritti di Zibo (dall'account Instagram @mpchef)
Inno all'entusiasmo
Il posto finisce con un inno all’entusiasmo. “Giulio e il suo @zibocuochi è una dimostrazione che i ragazzi giovani credono in questo mestiere e si mettono in gioco. Dobbiamo tutti essere più umili e uniti, quelli che amiamo questo mestiere, perché a prescindere dalla tipologia del locale che apriamo, siamo tutti sulla stessa barca, provando a fare vivere ai nostri ospiti un momenro unico e puacevole. Viva @zibocuochi. E viva la gastronomia che sa amare”. Sembra un manifesto per la rinascita della Milano da mangiare.