Vinòforum 2020 si farà
Dall’11 al 20 settembre, Vinòforum torna con un nuovo appuntamento che onora la sedicesima edizione della rassegna capitolina dedicata al mondo del vino e del gusto, capace di mettere d’accordo gli addetti ai lavori e il grande pubblico in cerca di intrattenimento. Non una conferma scontata, viste le difficoltà poste da un’emergenza sanitaria tutt’altro che esaurita, sebbene siano lontani i mesi più critici della primavera scorsa. E infatti, tra le grandi manifestazioni di settore, Vinòforum è in Italia (e sicuramente a Roma) la prima kermesse di un certo respiro a cimentarsi con la sfida della ripartenza. Con tutti i timori e le incertezze del caso, ma anche con la voglia di fare bene e con un protocollo di sicurezza volto a rassicurare gli animi e a garantire la tutela della salute di tutti i presenti. Veterano dell’organizzazione di (grandi) eventi, Emiliano De Venuti non nasconde di avere a che fare con una prima volta assoluta. Per questo, ma anche per far fronte a tempi di pianificazione e allestimento notevolmente più stretti del solito, il dispiegamento di mezzi e forze è stato ingente.
Timori e speranze dietro all’organizzazione di un evento
Ma quando si è fatta strada la speranza di non dover rinunciare a Vinòforum 2020? “Durante il lockdown abbiamo monitorato attentamente la situazione, scandagliato tutte le possibili fonti per capire come si stava evolvendo la pandemia. Verso il mese di maggio abbiamo iniziato a intravedere una luce di speranza, a giugno abbiamo deciso di fare una scommessa, consapevoli che durante l’estate il numero di contagi sarebbe tornato a salire, ma fiduciosi di poter gestire la situazione, con la collaborazione delle persone che ci verranno a trovare. Credo che in queste settimane sia maturata una consapevolezza maggiore, dopo qualche follia estiva. C’è più serietà. Però è importante far recuperare fiducia alla gente”. Dunque, il primo ostacolo da superare è stato il tempo: organizzare in tre mesi ciò che solitamente ne richiede almeno otto di lavoro. E, all’orizzonte, l’incognita più grande: “Come reagirà il pubblico? Lavoro da tempo con grandi eventi, sono abituato a ragionare con i numeri, quando stimo le affluenze ho un margine d’errore che può arrivare al 5%. Stavolta è diverso, non ho idea di come risponderanno le persone. Sicuramente stiamo già riscontrando un buon interesse con il pre-acquisto online, si parla dell’evento, c’è curiosità. E abbiamo anche stretto una partnership con Italo per facilitare l’arrivo in città”.
Il protocollo di sicurezza di Vinòforum
L’ingresso alla manifestazione non sarà subordinato a prenotazione obbligatoria (“i romani si lascerebbero facilmente scoraggiare, non vogliono sentirsi vincolati”), ma scongiurare assembramenti e garantire il rispetto del protocollo di sicurezza sarà la missione principale dello staff: “Abbiamo deciso di fare più di quanto ci viene chiesto per legge, proprio per conquistare la fiducia dei visitatori, e per un discorso etico e personale. Su 15mila metri quadri a disposizione nel Parco di Tor di Quinto, all’aria aperta, gli stand saranno distanziati tra loro più del dovuto: abbiamo dovuto ridimensionare commercialmente la manifestazione, ma è giusto così. Ma tutti dovranno fare la propria parte: file e ingressi contingentati, compilazione del modulo con i dati personali all’entrata, dove saranno installati anche i termoscanner; e mascherina obbligatoria sempre, per girare tra gli stand, o fare la fila, in attesa di mangiare o degustare il vino”. Per questo allo staff si sono uniti tre Covid manager (“uno preposto esclusivamente al rispetto delle norme Haccp, potenziate per l’occasione”), più una figura responsabile per ogni stand.
Degustare vino e cibo
Stesso impegno sul fronte della sanificazione degli spazi, anche nella situazione più peculiare per un evento di degustazione di vini: “Abolite le sputacchiere, abbiamo predisposto punti di svuotamento dei bicchieri, sanificati ogni dieci minuti. Ogni venti minuti, invece, la filodiffusione ricorderà le regole da rispettare. Ma l’atmosfera dovrà restare piacevole e conviviale, abbiamo tutti voglia di riprendere la nostra vita sociale”. Del resto, Vinòforum quest’anno sarà anche una prova di ripartenza per la scena gastronomica cittadina: “Abbiamo coinvolto tanti cuochi romani, che animeranno i temporary restaurant e hanno accolto la chiamata con entusiasmo. Sentiamo tutti l’onere e l’onore di far ripartire il comparto enogastronomico: a Vinoforum si viene anche per stabilire nuove sinergie commerciali”. Per quel che riguarda il programma, afferiscono alla kermesse i vini di centinaia di cantine da tutta Italia (600 cantine per 2500 etichette), a degustazione libera, o guidata (su prenotazione). Mentre la proposta gastronomica sarà “limitata” ai ristorantini dove si avvicenderanno i 35 chef di Roma e del Lazio, per proporre piattini d’autore a prezzi calmierati (tre piatti ognuno, a partire da 5 euro). Cassate, per limiti imposti dal protocollo di sicurezza, tutte le cene place (cene stellate e incontri a 4 mani tra chef e pizzaioli a confronto): “Quest’anno non avremo le canoniche aree ristorative. Per acquistare un piatto si farà la fila agli stand, per poi gustarlo negli spazi comuni”. Appuntamento dall’11 al 20 settembre, dalle 19 alle 24 (il venerdì e il sabato fino all’1).
Gli chef coinvolti:
Anthony Genovese, Il Pagliaccio
Tommaso Tonioni, Achilli al Parlamento
Emanuele Paoloni, Acqualunae
Gabriele Muro, Adelaide all’Hotel Vilòn
Ciro Scamardella, Pipero
Sara Scarsella e Matteo Compagnucci, Sintesi
Yamamoto Eiji, Sushisen
Adriano Baldassarre, L’Avvolgibile
Giuseppe Di Iorio, Aroma
Eleonora Marziali, Centorti
Gen Nishimura e Mario Boni, Da Francesco
Paolo D’Ercole, Eufrosino
Daniele Roppo, Il Marchese
Arcangelo Dandini, L’Arcangelo
Giovanni Cappelli, Le Tamerici
Andrea Pasqualucci, Moma
Fabrizio Pagliaroni, Buccia
Roberto Campitelli, L’Osteria di Monteverde
Davide del Duca, Osteria Fernanda
Stefano Caucci, Peppo al Cosimato
Tommaso Pennestri, Trattoria Pennestri
Federico Del Monte, Acciuga
Maria Luisa Zaia, L’oste della Bon’Ora
Eleonora Masella, La Credenza
Mirko Di Mattia, Livello1
Paolo Borgese, Collegio
Duccio Bruttini, Beef Bazaar
Pierluigi Gallo, Giulia Restaurant
Paolo Trippini, Trippini
Marta Maffucci, Misticanza
Mattia Filosa, Civico 57
a cura di Livia Montagnoli