Mentre si fa il conto alla rovescia per le anteprime vino, anche al di fuori dei grandi eventi vinicoli il mondo del vino si incontra per un fine settimana di grande appeal enologico. Roma ma la fa da padrona con ben tre appuntamenti, ma anche Milano e Siena seguono a ruota.
Un appuntamento dedicato ai vini prodotti da vitigni meno noti, storicamente utilizzati in blend, come uve da taglio, oggi vinificati in purezza. Una fiera dedicata alla biodiversità ampelografica italiana, fatta di piccoli e piccolissimi vitigni autoctoni di cui recentemente si sta riscoprendo il valore e il carattere unico. Si tratti di varietà meno note, spesso produzioni piccolissime, come per esempio la Tintilia, il Centesimino, il Guarnaccino e non solo: sono attualmente 545 le varietà di vite da vino registrate, molte ancora da scoprire.
Oltre 100 cantine, selezioni del Merano Wine Festival e dei premiati The WineHunter Award, incontri e masteclass: da quella dedicata al Timorasso con Massimo Pastura, all’incontro sulle produzioni del Friuli, passando per la verticale de Il Borro e l’approfondimento sui Vini in Anfora a cura di The Winehunter e sui Supertuscan con Onav.
Una giornata dedicata ai vini di Marche e Campania, due territori, profondamente differenti per clima, tradizione e ricerca che donano vitigni autoctoni come Fiano, Piedirosso, Verdicchio, Lacrima di Morro d’Alba, Asprinio, Coda di Volpe, presentati in purezza o in blend. Presenti circa 80 cantine cui si aggiungono 12 diversi produttori e 6 cantine ospiti extra territorio per “Vino in Garage”. Nella quinta edizione della manifestazione, degustazioni, seminari tematici e masterclass (Lacrima di Morro d’Alba, Presente e Passato a cura di Francesco Quercetti alle 15; e Piedirosso: l’indigeno campano si riscopre moderno a cura di Alessio Pietrobattista alle 17) per “raccontare il vino, da un punto di vista diverso e alternativo, attraverso un’indagine e una scoperta che ogni anno si fa sempre più ricca e profonda”.
La seconda edizione dell’appuntamento con i vini originali e identitari, prodotti in modo artigianale, con rispetto della natura e un approccio sostenibile dalla vigna alla cantina dove l’intervento umano è ridotto ai minimi termini, riunisce oltre 80 produttori e 600 etichette provenienti da Italia, Francia, Slovenia, Spagna ma anche regioni del vino meno battute, come Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Ucraina. Oltre alle cantine ci sono anche sidrerie artigianali, birrifici e distillerie, oltre naturalmente ai corner gastronomici (la lista completa dei partecipanti è sul sito della manifestazione). Insieme ai banchi di assaggio e alle degustazioni anche una serie di laboratori come quelli di domenica 13 condotti da Matteo Gallello, (Doppia verticale: il Rosso e il Brunello di Marino Colleoni e I Colli piacentini: dialogo con Elena Pantaleoni).
I Vignaioli Indipendenti del Trentino, i Vignaioli Indipendenti dell’Alto Adige: un totale di 50 aziende che, per il secondo anno, si riuniscono a proporre, nel capoluogo lombardo, oltre 100 vini. Una degustazione che è un racconto del territorio di montagna, degli artigiani che si dedicano alle uve e al vino e delle loro storie. Anche in questo caso, a indicare la direzione sono la sostenibilità e la valorizzazione dei territori e delle produzioni di montagna. Non solo in campo vitivinicolo (con gli immancabili corner gastronomici dedicati, con formaggi d’alpeggio, speck artigianale, pane tipico), ma anche cinematografico, insieme al Trento Film Festival (dalle 20.30 di domenica). Due giorni di degustazioni, incontri e proiezioni, con le masterclass di lunedì, dedicate alla viti-enologia delle Terre Alte; nelle sale di Cariplo Factory, alle ore 11 Massimo Zanichelli conduce la degustazione I Bianchi di Montagna, alle 14 Sara Missaglia racconta I Rosa di Montagna, per chiudere alle 16.30 con Fabio Giavedoni e I Rossi di Montagna. Un programma di eventi off anima la città fino al 12 marzo.
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