Alla Val d'Orcia risponde l'Etna con due vini bianchi rari di estrema eleganza

Carlo Ferrini e Andrea Franchetti sono due personalità di fondamentale importanza nel mondo del vino italiano. Enologo che ha firmato alcune delle etichette che hanno fatto la storia del vino del nostro Paese il primo; produttore fuori da ogni schema, precursore e innovatore di tendenze enologiche, personalità in grado di percepire prima di tutti le potenzialità di un territorio il secondo.

Entrambi avviano le loro prime aziende in Toscana: Ferrini crea Giodo insieme alla figlia Bianca, sceglie il blasone e il prestigio di Montalcino, nel 2001, e il sangiovese, un’uva che per lui non ha segreti; Franchetti (prematuramente scomparso nel 2021), con Tenuta di Trinoro, oggi guidata dal figlio Benjamin, scommette, tra gli anni ’80 e ’90, sull’allora quasi sconosciuta Val d’Orcia e sulla sua esperienza con le uve bordolesi. Al primo passo comune tra i vigneti toscani, corrisponde il secondo sui suoli vulcanici dell’Etna.

Anche qui Andrea precede Carlo: dà vita a Passopisciaro, e a pensare a una suddivisione del territorio in contrade, nel 2000; l’enologo toscano arriverà nel 2016 con Alberelli di Giodo, entrambi attratti dal potenziale di un territorio unico, affascinante. Anche la filosofia produttiva si sovrappone: la ricerca del connubio tra territorialità ed eleganza è il faro che illumina i due percorsi. E la prova ve la diamo con i vini che abbiamo scelto per questa puntata: il Bianco di Trinoro ’21 di Tenuta di Trinoro e il Carricante ’21 di Alberelli di Giodo.

Vini Rari: due bianchi della Val d’Orcia e dell’Etna da conoscere