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Nuove denominazioni

L'Isola di Pasqua adesso ha un vino Doc. Prossimo obiettivo? Diventare una meta per enoturisti danarosi

Accanto alle famose figure di pietra, sull'isola cilena anche la viticoltura vuole la sua parte. La scommessa è su pinot noir e chardonnay

  • 24 Aprile, 2025

È un mondo in continuo sviluppo il mio. Se stessi preparandomi adesso per l’esame MW, dovrei tener conto di diversi nuovi vini. Dall’anno scorso tra le nuove DO (Denominación de Origen) cilene si è aggiunta Rapa Nui, il nome polinesiano dell’Isola di Pasqua. L’esploratore olandese Jacob Roggeveen vi sbarcò la domenica di Pasqua del 1722 e la chiamò Paasch-Eyland.

Situata a più di 3.500 chilometri a ovest della costa pacifica del Cile, l’Isola di Pasqua è territorio cileno dal 1888 ed è uno dei luoghi abitati più remoti del mondo, famosa per le figure di pietra giganti, i moai. Il suo clima è subtropicale e secco, con poche piogge e temperature che difficilmente superano i 27°C. È dal diciannovesimo secolo che le vigne vengono coltivate grazie ai coloni francesi che portarono con sé le barbatelle, paragonando le condizioni climatiche a quelle di Madeira.

Sull’isola di Pasqua sono 6 i vitigni coltivati

Recenti ricerche genetiche hanno trovato sei varietà di uva coltivate sull’isola, tra cui País e Moscatel de Alejandría. Negli ultimi anni si è assistito a un rinnovato interesse nel vino a Rapa Nui, in modo particolare grazie ai viticoltori Alvaro Arriagada e Fernando Almeda. Hanno piantato nuove viti, tra cui pinot noir e chardonnay nell’ambito di un progetto di ricerca e investimento che risale al 2018. Per i curiosi confermo che si possono reperire alcuni Rapa Nui DO sui più conosciuti siti italiani.

Obiettivo: sviluppare l’enoturismo

L’obiettivo dichiarato dall’associazione nazionale dei vini cileni è di sostenere i “pionieri dell’industria vinicola” nell’espansione delle zone di coltivazione del Cile in relazione ai cambiamenti climatici.
Qui si evince il desiderio di fornire destinazioni enoturistiche a corollario di un flusso turistico importante o da sviluppare, nonché il potere del vino come valore aggiunto trasversale a zone di bellezza naturale indiscussa come è successo nella Valle del Douro in Portogallo.

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<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.

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