
Un paesaggio agricolo che rapidamente lascia spazio a quello alpino; l’altopiano del Renon si eleva alle spalle di Bolzano, delimitato dalla Valle Isarco e dalla Val Sarentina. È in questo panorama suggestivo che troviamo la cantina di Florian e Brigitte Unterthiner. La viticoltura in quest’area, a pochi chilometri dal capoluogo, ha radici profonde che affondano già intorno al 1200.
Per quanto riguarda la Tenuta Ebner, la sua storia comincia negli anni ’20 del ‘900: “la mia famiglia gestisce questa tenuta da più di cento anni”, ci racconta Florian: “è iniziato tutto con mio nonno, che ha cominciato a vendere vino sfuso agli alberghi di Bolzano; poi avevamo iniziato a conferire a una delle cooperative del nostro territorio. È solo nel 2013 che io e mia moglie abbiamo cominciato fare vini con la nostra etichetta. Nel tempo siamo passati dalla produzione iniziale di 10mila bottiglie a 40mila bottiglie annue e abbiamo ampliato il nostro parco vigneti da quattro a sei ettari”.
Una produzione tinteggiata in prevalenza dalle varietà a bacca bianca, che riesce a condensare nelle bottiglie la parte più meridionale della Valle Isarco, un territorio che si giova di un microclima favorevole e un ambiente incontaminato in cui i diversi vitigni poggiano su un terreno di tipo argilloso e calcareo, tipico del luogo.
“Coltivando in questa zona le viti riusciamo a esaltare la freschezza e le sensazioni fruttate nei vini. È un territorio particolare perché durante il giorno i vigneti sono areati dalla brezza proveniente dal lago di Garda, ‘la Gardesana’, mentre la notte dai venti che scendono dalla Dolomiti. C’è poi una grande escursione termica tra giorno e la notte che permette di ottenere un’uva di grande qualità. Tra i vitigni coltivati circa l’80% sono a bacca bianca, poi abbiamo anche un po’ di pinot nero, che per noi è il vitigno rosso più importante, e di schiava. Sauvignon, gewürztraminer, grüner veltliner sono tutti vitigni su cui possiamo puntare per quanto riguarda i vini bianchi. Lavoriamo le uve in maniera molto tradizionale, cercando di intervenire il meno possibile. Vinifichiamo con fermentazioni spontanee, usando i lieviti selezionati solo quando serve”.
Questo stile identitario, che riesce a esaltare le caratteristiche dell’annata e dei vigneti, mettendo al centro il territorio, ha fatto sì che nella scorsa edizione della Guida ha regalato a Florian e Brigitte i primi Tre Bicchieri nella guida Vini d’Italia di Gambero Rosso, assegnati all’Alto Adige Valle Isarco Grüner Veltliner ’21. “Negli ultimi anni siamo stati contenti di essere arrivati alle finali con il Pinot Bianco e il Sauvignon, ma ricevere i Tre Bicchieri con il Grüner Veltliner è stata una bellissima e inaspettata sorpresa. Il vitigno è rarissimo in Italia, ma qui ha una storia di oltre 150 anni. In totale ci sono 30 ettari di grüner veltliner in questa regione, noi ne abbiamo meno di un ettaro con cui facciamo circa 7mila bottiglie. È un vitigno che dà un’alta resa nelle condizioni ideali, ma noi potiamo i rami per evitare una sovrapproduzione e concentrare le qualità nei grappoli. La vendemmia si fa in due o tre raccolte in tempi diversi: la prima apporterà al vino freschezza e acidità, mentre nelle altre si concentra corpo e mineralità. Il vino è fatto solo con il mosto fiore che esce dalla pressa e dopo la fermentazione una parte del vino affina in rovere. Abbiamo in mente di di iniziare a fare anche una selezione e una riserva di veltliner. Vedremo…”.
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