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"Non vendo il mio vino al supermercato". Il produttore Riccardo Lepri ricompra le bottiglie finite per errore sugli scaffali

Spende 5mila euro per acquistare le sue bottiglie finite in Gdo attraverso canali paralleli. Così la cantina toscana Montauto ribadisce la sua filosofia e il rapporto esclusivo con ristoranti ed enoteche

  • 28 Aprile, 2025

«Noi non vendiamo nella grande distribuzione, non perché ci sentiamo migliori, ma perché crediamo in un’altra idea di vino». Con queste parole, postate sul profilo Facebook aziendale, Riccardo Lepri di Tenuta Montauto spiega il suo gesto di ricomprare alcune bottiglie della propria cantina finite, non per mano sua, sugli scaffali della Gdo. Una spesa da 5mila euro (prezzo al dettaglio) pur di non rinunciare alla propria filosofia.

Il disappunto per la vendita in Gdo

«Ci è stato segnalato che alcune bottiglie dei nostri vini sono finite sugli scaffali di un supermercato a Grosseto – spiega Lepri – Non è stato per mano nostra, né con il nostro consenso. E sì, ci ha colto di sorpresa».
Già da mesi, i social aziendali ribadivano la scelta di esclusività del canale Horeca: «Qualora alcuni prodotti fossero presenti in Gdo – si legge in un post del mese di gennaio – si tratterebbe di forniture effettuate tramite canali paralleli non autorizzati da noi, sui quali non esercitiamo alcun controllo diretto, ma che cerchiamo di contrastare con i mezzi a nostra disposizione». Poi la scelta di intervenire con l’inusuale gesto di ricomprare il vino.

Il messaggio di rassicurazioni a ristoratori ed enotecari

Ad accompagnare l’acquisto del vino, anche un messaggio di rassicurazioni rivolto, più che ai consumatori finali, al mondo dell’Horeca: «Il nostro vino è artigianale, autentico, fatto con cura e pensato per arrivare a voi solo attraverso mani che sanno raccontarlo. Quelle mani siete voi: ristoratori, enotecari, appassionati (la cantina ha anche un suo shop on line; ndr). E non ci serve altro».
La scelta di investire 5mila euro per non diventare un vino da supermercato è stata, quindi, una scelta quasi obbligata: «Per coerenza. Per rispetto del lavoro che facciamo ogni giorno. Ma soprattutto, per rispetto del lavoro che voi fate ogni giorno, portando i nostri vini nei calici delle persone, con parole, gesti e passione». Un vino da raccontare, quindi, e non da scegliere in una manciata di secondi in base alla posizione sullo scaffale.

La scelta di puntare sul mercato Horeca italiano

La cantina di Manciano rappresenta un’altra faccia della Maremma, diversa da quella più conosciuta, dove le viti crescono vicino al mare. Qui Lepri ha, da tempi non sospetti, puntato su sauvignon blanc e pinot nero e su un’impostazione stilistica artigianale del vermentino e del ciliegiolo.
La produzione è di circa 70mila bottiglie che per lo più vengono vendute in Italia. «Il mercato estero l’ho un po’ abbandonato – ha raccontato in una recente intervista a Maremma Oggi – là conta solo il prezzo».

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