Nel miglior momento dalla storia della sua fondazione, 35 anni fa, Cantine Benanti cede una parte del suo capitale e punta a nuovi investimenti. Lo farà a fianco di Renzo Rosso, a capo di Red Circle investments (società di investimenti che già detiene il 10% del capitale di Masi Agricola), che ha acquisito una partecipazione di minoranza dell’azienda siciliana (il 40%, con 7,5 milioni di euro), considerata tra le protagoniste del rilancio dell’Etna. L’operazione conferma l’importanza di questo distretto vulcanico, diventato da anni oggetto di attenzione e un forte attrattore di investimenti.
Benanti, fondata nel 1988 da Giuseppe Benanti, dal 2012 è guidata dai suoi figli Antonio e Salvino. Unica produttrice presente sui quattro versanti della Doc Etna, la cantina ha sede a Viagrande e ha una produzione di 250mila bottiglie annue. “Ci è sembrato questo il momento ideale per accogliere nuovi investimenti, per dare ulteriore impulso alla nostra crescita attraverso la realizzazione di importanti progetti già in cantiere, e per aprire nuove prospettive”, ha dichiarato Salvino Benanti. “Porteremo avanti insieme progetti di potenziamento strutturale e fondiario e di sostenibilità ambientale” ha aggiunto Antonio Benanti “ambito nel quale siamo concretamente impegnati da tempo. Metteremo sempre al centro la nostra identità, i nostri ideali e l’artigianalità della nostra produzione esclusiva e di eccellenza”.
“Sono entrato nel mondo del vino da amatore ma negli anni ho sviluppato conoscenze e competenze che, unite alla mia esperienza imprenditoriale, hanno dato forma alla mia visione di questo settore” ha dichiarato Renzo Rosso, presidente di Red circle investments “e mi piace pensare a una cantina come a un atelier in cui vengono usate tradizioni millenarie assieme alle tecnologie più avanzate, per creare prodotti unici, a volte perfino customizzati”. Renzo Rosso non ha mai fatto mistero del suo interesse per il comparto enogastronomico: è nel vino da circa 30 anni con Diesel Farm, una tenuta di 100 ettari che si estende sulle sette colline di Marostica, in provincia di Vicenza dove si allevano animali, si coltivano anche olivi, piante da frutto, orti; è entrato nel capitale di EcorNaturaSì, leader italiana nella distribuzione di alimenti bio con una quota sostanziosa, e qualche anno fa ha aperto il Bistrot Glorious Cafè di Diesel in piazza San Babila a Milano; a lui fanno capo – tra gli altri – anche l’hotel Pelican a Miami Beach, il Chiltern Firehouse di Londra, lo storico hotel Ancora di Cortina, cittadina che vive un momento di grande vivacità imprenditoriale, in vista delle prossime Olimpiadi invernali (si aspettano anche gli Alajmo).
a cura di Loredana Sottile
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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