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Commercio estero

Il vino motore dell'export di bevande alcoliche made in Ue. Nel 2024, la Francia guida per fatturati, l'Italia è seconda

I dati diffusi da Eurostat segnano un incremento a due cifre rispetto al pre-pandemia, con un giro d'affari di quasi 30 miliardi di euro. Ma dall'analisi dei numeri emerge ancora una volta la chiara dipendenza dagli Stati Uniti

  • 29 Aprile, 2025

Il vino guida le esportazioni di bevande alcoliche dell’Unione europea. Con 16,8 miliardi di euro nel corso del 2024, le spedizioni di vini (inclusi quelli fortificati) pesano per il 56,2 per cento del totale, seguiti da spiriti e liquori (8,9 miliardi) con il 29,7% delle quote, poi la birra (3,4 mld di euro) con l’11,5%, il gruppo di bevande che comprende il sidro di mele, pere e altre bevande fermentate (0,5 mld di euro) con l’1,7% delle quote e, infine, i vermouth e altri vini aromatizzati (0,3 mld di euro). Rispetto al pre-pandemia, secondo i dati diffusi da Eurostat lunedì 28 aprile, si registra un incremento del 10,9% per un valore complessivo delle esportazioni del beverage made in Ue di 29,8 miliardi di euro.

La classifica dei top exporter

La Francia resta nettamente il principale Paese esportatore di bevande alcoliche dell’Ue, considerando i 12,1 mld di euro di giro d’affari, che vale il 41% del totale europeo. Si tratta soprattutto di vini, pari a 8,1 miliardi di euro (66,7% dell’export francese), e di spiriti e liquori per 3,8 miliardi di euro (31,8%). A seguire, al secondo posto, l’Italia, con 6 miliardi di euro di valore dell’export di bevande alcoliche verso i mercati al di fuori dell’Ue , per un peso del 20% sul totale europeo. L’81,1% delle vendite italiane è costituito dai vini, con 4,9 mld di euro (ricordiamo gli oltre 8 miliardi di export totali di vino made in Italy nel 2024). Al terzo e quarto posto ci sono Spagna e Olanda, che pesano entrambe per l’8%, rispettivamente con 2,5 e 2,3 miliardi di euro di export. Nel caso spagnolo, si tratta soprattutto di vino (1,6 mld) mentre per gli olandesi il prodotto più esportato fuori dall’Ue è la birra (1,3 mld). In quinta e sesta posizione troviamo Germania (1,6 mld) e Irlanda (1,5 miliardi di euro).

La “dipendenza” dagli Stati Uniti

Gli Stati Uniti, che in attesa dell’avvio del confronto istituzionale tra Donald Trump e Ursula von der Leyen, attualmente applicano un dazio aggiuntivo del 10% sulle bevande europee, pesano per il 30% nei valori delle bevande alcoliche esportate dall’Unione europea, con un totale di 8,9 miliardi di euro per oltre metà (4,9 miliardi di euro) rappresentati dal vino. Il Regno Unito è la seconda destinazione del beverage made in Ue, con 4,9 miliardi di euro nel 2024, pari a una quota del 17%, per lo più costituita dai vini (68% e 3,3 mld di euro). Con 1,6 miliardi di euro ciascuna, la Cina e il Canada sono altri partner commerciali importanti, assieme alla Svizzera (1,4 mld di euro). Se, però, la Cina acquista soprattutto spiriti e liquori, il Canada e la Svizzera sono prevalentemente acquirenti di vino dall’Unione europea.

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