Bolgheri Sassicaia 2019 pigliatutto. È l’iconico vino toscano a guidare la Classifica delle Classifiche dei migliori 100 rossi italiani, compilata, come ogni anno, da Gentleman, il magazine di lifestyle di Class Editori (adesso in edicola con MF Milano Finanza). La Top 100 è ottenuta incrociando i voti delle sei guide italiane più autorevoli – Gambero Rosso, Veronelli, Bibenda, Vitae, Cernilli e Maroni – attraverso un database unico, che censisce oltre 2mila etichette all’anno da 15 anni, a cura di Cesare Pillon, affiancato da Emanuele Elli.
Il numero 1, il Sassicaia, era secondo nel 2022, ma mancava da tempo dalla vetta, dopo essere stato per anni il dominatore. “Un ritorno al passato?” si chiede il giornalista Cesare Pillon, che comunque non ha dubbi: “Il Sassicaia merita ogni riconoscimento, è il vino che ha aperto le strade dell’export alla produzione italiana di qualità”.
A conquistare la seconda posizione (salendo dalla quarta) è il laziale Montiano 2019 di Falesco della famiglia Cotarella. Terzo classificato è il Torgiano Rubesco Vigna Monticchio 2018 (salito dalla sesta posizione). A seguire, rispettivamente quarti e quinti, ci sono il Rosso Piceno Roggio del Filare 2019 Velenosi ed Es Primitivo 2020 di Gianfranco Fino.
Bene anche l’umbro Sagrantino di Montefalco 2018 di Arnaldo Caprai, che dal settimo posto è passato al sesto, mentre in settima posizione ci sono due pari merito toscani, i Sodi di San Niccolò 2018 di Castellare di Castellina e il Tignanello 2019 di Marchesi Antinori, affiancati da un rosso sardo, il Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2018 di Cantina Santadi.
Ma che fine hanno fatto altri vini iconici, come Solaia, Masseto e Ornellaia? Nessuna dimenticanza. Semplicemente alcune guide (nel caso specifico, Maroni e Cernilli) hanno deciso quest’anno di non inserirli, dando per scontata la loro eccellenza, magari per fare spazio a etichette inedite. Di conseguenza, anche Gentleman si è adeguato, prendendo in considerazione solo i vini quotati da tutte le guide. Diversamente avrebbe dovuto considerare uno “zero” come voto mancante, penalizzando il loro piazzamento.
Sorprenderà, invece, la sottovalutazione dei vini piemontesi. Il primo in graduatoria si trova in 19esima posizione ed è la Barbera d’Asti Alfiera. Per trovare il primo Barolo bisogna addirittura scendere alla posizione n. 40 con il Cannubi 2018. Il motivo? La logica è la stessa di sopra, come spiega lo stesso Pillon: “C’è un vuoto imperdonabile che ha inghiottito dei capolavori enologici. Per distinguersi, infatti, i curatori delle guide cercano di smarcarsi gli uni dagli altri, anche a costo di non esprimere il loro parere su vini che i loro stessi lettori giudicano eccelsi”.
Infine, per capire anche come viene vista l’Italia vitivinicola all’estero, Gentleman ha ideato un’ulteriore classifica ristretta, quella dei 20 migliori vini rossi italiani nel mondo. In questo caso, i risultati sono ottenuti sommando ai rating italiani quelli dei quattro grandi valutatori internazionali: Wine Spectator, Robert Parker (Wine Advocate), James Suckling e Antonio Galloni (vinous.com).
In questo “club degli internazionali”, si parla soprattutto toscano: 14 referenze su 20. E, anche in questo caso il podio 2023 è del Sassicaia 2019, seguito dai corregionali Tignanello 2019 e Sodi di Niccolò 2018. Solo in quinta posizione si cambia regione, con il Rosso Piceno Roggio del Filare2019 Velenosi (Marche), seguito dal San Leonardo 2017 (Trentino). La Sicilia figura solo in 13esima posizione, con il Mille e Una Notte 2018 di Donnafugata, e il Piemonte solo 14esimo con il Barolo Brunella 2018 di Boroli.
Le classifiche complete, italiana e internazionale sono nel numero di Gentleman di febbraio, in edicola e in versione digitale su App Store, nonché sul sito milanofinanza.it.
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