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I migliori vini dei Colli Euganei sotto i 20 euro scelti dal Gambero Rosso

Tra le tante zone vitivinicole prestigiose del Veneto, ce n'è una che può vantare un'origine vulcanica e che si sta ritagliando un ruolo all'interno del panorama regionale. Scopriamo insieme i vini dei Colli Euganei.

  • 27 Aprile, 2025

Quando, partendo da Padova verso sud-ovest, ci si lascia la pianura alle spalle, un paesaggio regolare, coltivato in forme quasi geometriche, d’un tratto appaiono all’orizzonte delle strane alture. Non montagne, ma nemmeno semplici colline: emergenze coniche, isolate, scure e boscose, che si innalzano come sentinelle sulla pianura.

I Colli Euganei, un microclima ideale per la vite

Sono i Colli Euganei che si distinguono da altri sistemi collinari veneti per la loro origine vulcanica, come del resto altri territori che si sono rivelati particolarmente adatti alla coltivazione della vite, per esempio la zona dell’Etna o quella del Vesuvio e dei Campi Flegrei.

Tornando ai Colli Euganei, tra i 35 e i 30 milioni di anni fa, potenti spinte magmatiche emersero attraverso la crosta terrestre, dando vita a rilievi isolati con suoli di natura basaltica e calcarea. Questi suoli sono oggi tra i principali alleati della viticoltura locale: profondi, ricchi di minerali, capaci di trattenere l’umidità anche nei mesi più siccitosi e, al tempo stesso, ben drenanti. Le differenze litologiche tra le aree di origine effusiva e quelle sedimentarie generano un mosaico pedologico che si riflette direttamente nel profilo sensoriale dei vini. Le altitudini variabili, le forti escursioni termiche e una ventilazione costante creano un microclima ideale per la vite. Non sorprende, dunque, che la viticoltura qui affondi le sue radici in epoche antichissime.

Colli Euganei, la denominazione e i vini prodotti

La zona dal 1969 è tutelata da una denominazione, Colli Euganei per l’appunto, che nella tipologia Fior d’Arancio, a base di moscato giallo, è divenuta addirittura Docg nel 2011. Ma i primi impianti vitati, secondo diverse fonti storiche, risalgono all’epoca preromana; è però con i Romani che la viticoltura assume un ruolo centrale nella gestione agricola del territorio, come testimoniato da numerosi ritrovamenti archeologici e citazioni di autori latini, Plinio Il Vecchio su tutti.

Nel corso dei secoli, le varietà d’uva coltivate sui Colli Euganei si sono evolute, selezionate non solo in base al gusto, ma anche all’adattamento pedoclimatico. Tra i vitigni che meglio raccontano l’identità del territorio spicca il moscato giallo, protagonista assoluto della Docg Fior d’Arancio. Giunto probabilmente nel Medioevo con i monaci benedettini, questo vitigno ha trovato nei versanti Euganei un habitat ideale per esprimere la sua fragranza in chiave secca, passita o spumantizzata. I vini che ne derivano combinano note agrumate e floreali con una viva mineralità, rendendolo un unicum nel panorama dei moscati italiani.

Accanto al moscato, convivono vitigni internazionali che hanno saputo radicarsi profondamente nel paesaggio locale, al punto da acquisire tratti distintivi. Merlot e cabernet sauvignon, introdotti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, hanno trovato qui una seconda patria, grazie alla capacità del suolo vulcanico di moderare la vigoria e concentrare gli aromi. Ne derivano rossi eleganti, spesso affinati in legno, capaci di lunghi invecchiamenti. Anche il carmenère, a lungo confuso con il cabernet franc, ha trovato nei Colli Euganei una delle sue espressioni più autentiche in Italia.

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Colli Euganei, il rilancio e la riscoperta

Oggi i Colli Euganei stanno vivendo una fase di rilancio e riscoperta. La maggiore consapevolezza del potenziale qualitativo del territorio ha spinto molti produttori a investire in zonazione, viticoltura sostenibile e valorizzazione dei cru.

L’enoturismo, legato anche al circuito termale e culturale (Arquà Petrarca, Este, Abano Terme), rappresenta una leva strategica per la promozione del vino locale, specie tra le nuove generazioni di consumatori, sempre più sensibili a temi di autenticità, biodiversità e origine geologica.

Il mercato premia questa identità ritrovata. I rossi da merlot e cabernet, se ben comunicati, trovano sbocchi crescenti nei mercati internazionali, dove la richiesta di vini da suoli vulcanici è in crescita costante. Il Fior d’Arancio, soprattutto nella versione passito, ha conquistato una nicchia di appassionati in cerca di vini dolci di pregio, mentre la versione secca sta sorprendendo anche i palati più scettici.

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I vini dei Colli Euganei dal migliore rapporto qualità-prezzo

Nella lista che segue troverete alcune delle migliori espressioni vinicole dei Colli Euganei che in enoteca e negli shop on line costano meno di 20 euro, tutte etichette recensite nelle guide Berebene 2025 e Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso.

Il Merlot Foscolo 2022 di Borin Vini & Vigne è uno dei rossi proposti dall’azienda di Monselice condotta da Francesco e Gianpaolo con piglio sicuro l’azienda di famiglia con la preziosa collaborazione dei genitori Gianni e Teresa. Monticelli è uno degli accessi orientali al complesso euganeo, una sorta di ampia pianura che rapidamente si incunea e risale l’articolata trama collinare di origine vulcanica. Le vigne solo in parte si sviluppano in quest’area, per i vigneti più vocati bisogna risalire fra le pieghe di Arquà, dove trovano dimora soprattutto le varietà a bacca rossa del bordolese.

Ca’ Lustra opera da quasi mezzo secolo nei Colli Euganei, oggi guidata dai fratelli Marco e Linda Zanovello, circa 25 ettari disseminati nella zona meridionale dei Colli per una produzione ricca di carattere e sfaccettature. Qui vi segnaliamo il rosso Moro Polo 2021, da merlot e cabernet, per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.

foto di www.facebook.com/lamontecchia/

Il complesso euganeo si estende da nord a sud per appena una ventina di chilometri, ma in quest’area il clima presenta variazioni di grande rilievo. L’azienda di Giordano Emo Capodilista è strutturata su due corpi viticoli differenti: il primo nella zona di Selvazzano, all’estremità settentrionale della denominazione, dove trovano dimora soprattutto merlot, carmenere e le varietà a bacca bianca, il secondo a Baone, dove invece regna sovrano il cabernet sauvignon. Qui vi segnaliamo il Fior d’Arancio Spumante Dolce per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.

La parte meridionale del complesso euganeo è da tempo riconosciuta come una delle culle del cabernet in Italia, vitigno che qui occupa le migliori esposizioni da quasi due secoli. Produzione contenuta in vigneto e maturazione in cemento per un calice che esprime un frutto quasi esplosivo al naso dove la prugna si rivela carnosa e dolce; in bocca la pienezza solare del vino è ravvivata dalla levigata presenza tannica.

Nonostante il complesso Euganeo si sviluppi a pochi chilometri da Padova la natura del suo clima è a carattere mediterraneo, evidenziato dalla presenza delle ginestre, del fico d’India nano o del corbezzolo, sempre più evidente mano a mano che ci si spinge a sud. Proprio all’estremità meridionale si trova Filò delle Vigne, un’azienda che ha saputo interpretare questo clima con una produzione di grande carattere e maturità. Qui vi segnaliamo il Cabernet Cecilia di Baone Ris. 2021 per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.

Il Rosso Infinto ’20 di Elisa Dilavanzo dell’azienda Maeli è un taglio bordolese, con una leggera prevalenza del cabernet franc, che si fa apprezzare per la ricchezza delle suggestioni fruttate che fanno da preambolo a un palato di grande ricchezza e che trova rigore nella presenza tannica.

I colli Euganei si sviluppano per 19.000 ettari a sud di Padova, una fitta trama di colline formatesi in seguito a movimenti vulcanici sottomarini. Qui Raffaele e Paola Cristofanon gestiscono l’azienda di famiglia Montegrande Cristofanon con la preziosa collaborazione della nuova generazione. Il Borgomoro, blend di cabernet sauvignon e franc che si fa apprezzare per la nitidezza fruttata e il dinamismo del palato che si appoggia alla spinta dell’acidità.

Colli Euganei Cabernet Borgomoro 2022 – Montegrande Cristofanon

Il poggio del Monte Versa è una dolce collina a schiena d’asino che si allunga in direzione occidentale nella parte più a sud dei Colli Euganei. È una zona fittamente vitata, caratterizzata da un clima particolarmente caldo che consente una maturazione ottimale per le varietà bordolesi. Qui ha sede l’azienda Monteversa della famiglia Voltazza, che ha strutturato i vigneti dedicando alle varietà che necessitano di maggior calore il versante esposto a sud, e alle uve bianche quello esposto a nord. Qui vi segnaliamo il Versacinto 2021 per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.

La zona meridionale dei colli Euganei è caratterizzata da un clima caldo e asciutto che si differenzia sensibilmente dalle zone circostanti. Qui le uve a bacca rossa del bordolese maturano con continuità e i produttori più accorti ne ricavano vini di grande carattere. Fra questi ci sono sicuramente Sergio Fortin e Roberto Dalla Libera, che con Il Mottolo hanno dato vita a una delle aziende più interessanti della regione. Il Serro ’21 è un taglio bordolese a prevalenza merlot che conquista per l’ampiezza dei suoi aromi, dove il frutto è protagonista ma lascia anche spazio alle erbe officinali, alla grafite e a un’affascinante nota di foglie macerate. In bocca è pieno, succoso e di beva appagante.

Tanti i vini convincenti presentati quest’anno dalla famiglia Gardina di Quota 101, tra i quali eccelli il rosso Ortone ’20, un taglio bordolese a prevalenza merlot che profuma intensamente di prugna e ciliegia, con una sottile vena officinale sullo sfondo. In bocca emerge il calore del territorio in un sorso pieno e succoso, capace di accompagnare senza difficoltà anche le carni a cottura più lunga.

Il Tre Frazioni ’21 di Reassi è un taglio bordolese a prevalenza cabernet sauvignon di buona ricchezza e armonia. La famiglia Bonato coltiva le vigne sui Colli Euganei da generazioni, ma è all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso che l’azienda prende la fisionomia che oggi conosciamo. Una manciata di ettari dedicati a viticoltura e olivicoltura sul versante occidentale del complesso collinare Euganeo, dove trovano dimora principalmente le varietà bordolesi che hanno colonizzato queste terre più di un secolo fa, ma anche varietà autoctone quasi dimenticate come la pinella o la turchetta.

Il Cabernet Rittochino 42 di Turetta Ca’ Bianca non gioca con la potenza del frutto quanto con la tensione del sorso. La vendemmia ’19 ha portato in dote profumi di frutto, rinfrescati da intense inserzioni balsamiche che ritroviamo anche in bocca, dove il vino si allunga con agilità e chiude con un bel ricordo di anice. La cantina della famiglia Turetta si trova in un piccolo tratto pianeggiante immersa nei Colli Euganei, precisamente fra l’abitato di Cinto e il monte Cucuzzola. Attorno vigneti che risalgono velocemente le dorsali dei colli alternandosi alla presenza di macchie di bosco e restituendo un paesaggio di rara bellezza, dove la presenza dell’uomo e delle sue attività non è egemone. La produzione è incentrata sui classici padovani, con un occhio di riguardo ai tempi necessari ai vini per raggiungere la perfetta armonia.

foto di www.facebook.com/vignaroda/

L’azienda Vigna Ròda di Gianni Strazzacappa si adagia sul versante occidentale dei Colli Euganei, una ventina di ettari dove le varietà a bacca rossa del bordolese sono le protagoniste assolute. Quella che era un’azienda di famiglia dedita a una produzione semplice e poco ambiziosa, con Gianni ha effettuato un importante cambio di passo e oggi Vigna Roda è una delle realtà più interessanti del complesso Euganeo. Qui vi segnaliamo il Fior d’Arancio Spumante Dolce Praesèo 2023 per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.

Anche se non è proprio un vino facile da reperire, il Cóvolo di Paolo Brunello dell’azienda Vignale di Cecilia è ormai un classico della nostra pubblicazione, un vino che ogni anno rappresenta l’anello di congiunzione fra la semplicità e il carattere. Merito del territorio e della sapienza del produttore che produce questo taglio bordolese caratterizzato da profumi articolati di frutto rosso e spezie e dalla beva armoniosa e lunga.

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