Le temperature medie del globo aumenteranno nel corso del 21esimo secolo in una forbice di valore compresa tra 1,1 e 6,4 gradi centigradi. E se queste sono le previsioni future e le stime della comunità scientifica è anche vero che la crisi climatica è già realtà per le imprese vitivinicole, che vedono modificarsi – o sono indotte a farlo – gli stili dei propri vini. Il master of wine ed enologo, Pietro Russo, ne illustra gli effetti durante la sua lezione al Corso di alta formazione, Il Vino del Futuro, curato da Gambero Rosso Academy, e disponibile 100% on demand.
In particolare, nei vini rossi l’aumento delle temperature ha determinato un «incremento delle concentrazioni di zucchero, maggiore alcolicità, meno acidità, con profili aromatici più ricchi e maturi, colorazioni instabili e tannini aggressivi». Nei vini bianchi, come spiega Russo durante il corso firmato Gambero Rosso Academy (dal titolo Com’è cambiato lo stile produttivo dei vini nel mondo a causa del cambiamento climatico), c’è meno acidità e freschezza, con «maggiori possibilità di invecchiamento prematuro e riduzione degli aromi varietali».
Nelle bollicine, infine, si nota una variazione dell’equilibrio tra acidità e complessità (soprattutto negli Champagne). Va da sé che «a rischio – sottolinea – c’è il concetto stesso di terroir».
Conseguenze negative per alcuni, ma positive per altri. L’incremento dell’alcolicità dei vini, per esempio, è ormai realtà a Bordeaux (Francia), che ha rimesso mano ai blend a base merlot; in Valpolicella (Italia) si è rimediato con la riscoperta dell’allevamento a pergoletta veronese; in Napa Valley (California), il clima caldo sta inducendo le imprese a «coltivare sempre più verso le aree montuose». In Franconia (Germania), da sempre un’area difficile per la produzione di vini, oggi si rileva un certo interesse per la categoria grazie all’ottenimento di «vini freschi e contemporanei» per effetto di un clima più adatto e meno ostile.
Allo stesso tempo, nuove aree viticole sono in fase di crescita, a partire dal Regno Unito, dove «le prospettive sono ottime non soltanto per la produzione di spumanti ma anche per quella di vini fermi». Insomma, rimarca Russo, la sfida è complessa e «per continuare a produrre in certe aree alla luce delle nuove condizioni climatiche – conclude – sarà necessario un approccio multidisciplinare, costituito da un mix intelligente di tradizione e di innovazione».
Qui tutte le informazioni sul Corso di Alta formazione Il vino del futuro del Gambero Rosso
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