Sul sito gamberorosso.it tutte le anticipazioni ufficiali dei vini premiati con i Tre Bicchieri. La Liguria.
È cosa ormai risaputa che il vigneto ligure sia uno dei meno estesi d’Italia. È altrettanto noto, però, che la qualità non ha nulla da invidiare a regioni ben più blasonate. Una volta tolte dall’intera superficie regionale la totalità delle aree impraticabili (montagna e pianure alluvionali di scarso interesse viticolo), tutte le zone abitative o ricreative, siano esse dedicate ai residenti o ai turisti e infine tutte le aree dedicate all’orticultura, rimangono per la vite esclusivamente le poche zone collinari non eccessivamente impervie. Anche se su quest’ultima affermazione ci sarebbe da discutere, perché è proprio in certe sottozone della Liguria che troviamo vigneti tra i più ripidi del nostro Paese.
La regione, in generale, sembra in un momento di grande fermento che si concretizza nella nascita di numerose nuove aziende, spesso di piccole dimensioni, e nell’inserimento delle giovani generazioni in molte realtà storiche e quindi con buona dose di idee innovative a modificare l’assetto produttivo e anche l’aspetto organolettico dei vini.
Questi cambiamenti importanti che stanno lentamente modificando il settore, da Spezia a Imperia, sembrano riguardare maggiormente la zona di Levante.
In quell’area il Vermentino sta diventando, grazie all’impegno di tutti i viticoltori, il vino centrale della produzione enologica locale e quindi sta crescendo in qualità. Nello Spezzino, questo viene affiancato da altri prodotti storici, come il Canaiolo e il Vermentino Nero, o da cultivar introdotte dalla Francia come la granaccia (il grenache francese o il cannonau della Sardegna), coltivata a dire il vero da tempo a Quiliano in provincia di Savona. In poche parole il Levante è più dinamico. Questa voglia di fare, abbinata a mille sperimentazioni, si traduce in vini più variegati e spesso di maggior qualità.
Infatti si osserva da qualche anno una sorta di immobilismo colpevole nella produzione di Ponente, soprattutto nel comparto dei bianchi, dove il Pigato, una volta portabandiera dell’intera enologia regionale, fa fatica a ritrovare le sensazioni di un tempo. Al momento sono i rossi a mantenere alto il livello della zona con gli unici Tre Bicchieri di Ponente attribuiti al Rossese di Dolceacqua.
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