Partiamo dall’Emilia. La locomotiva Lambrusco traina la parte ovest della Regione, forte di una qualità sempre più evidente e delle tante tipologie che questa famiglia di varietà riesce a offrire. Inoltre, i vari stili di vinificazione, dal frizzante, al Metodo Classico (su cui si scommette sempre di più), passando per metodo ancestrale e italiano, offrono una miriade di combinazioni diverse, alcune molto distanti tra loro, ma sempre sotto il cappello dell’affascinante vitigno. Siamo convinti che la crescita qualitativa cresca anche grazie al lavoro del Consorzio del Lambrusco, ora unificato e capace di dare impulso ai produttori. Ben sei i Tre Bicchieri conquistati, specchio di una produzione che vede protagonisti sia le grandi cooperative capaci di fare tanta qualità, ma anche dei piccoli artigiani che da tempo si sono distinti. L’Emilia però non ha solo il Lambrusco da offrire. I Colli Piacentini sono territorio tutto da scoprire, specie per alcuni vini popolari e molto importanti per il consumo interno che stanno dimostrando il loro valore. Parliamo soprattutto della Bonarda, dell’Ortrugo e non ultimo, del Gutturnio. Anche Parma dice la sua e sale in cattedra con delle belle versioni di Malvasia. Sul versante bolognese domina il Pignoletto, altra varietà (grechetto gentile) capace di essere poliedrica viste le varie interpretazioni proposte, a partire dai frizzanti, ma i Colli intorno al capoluogo di regione hanno davvero tanto da offrire, tra bianchi e rossi fermi.
Anche la Romagna continua spedita la sua crescita, specie nella definizione territoriale e varietale, oltre che sul piano della qualità complessiva. Il sangiovese è sempre la varietà di riferimento, al centro di un percorso in divenire, ma sempre più chiaro, che riguarda tante sottozone diverse che seguono il territorio collinare e pre-appenninico della regione, dal confine est del comune di Bologna fino alla provincia di Rimini. Per il resto è tutto un fiorire di varietà meno note, in alcuni casi poco più che folcloristiche (anche nei numeri), in altri al centro di un processo di valorizzazione capace di uscire dai confini strettamente locali. Quello che sta succedendo all’albana, capace di vini interessanti e “plastici”, con tanti stili diversi, è sotto gli occhi di tutti, così come per la Rebola riminese. Tanto per citare due casi di successo che stanno esaltando l’anima bianchista della Romagna. Sul piano delle strutture aziendali, le cose sono sostanzialmente invariate. Grandi gruppi e realtà cooperative di dimensioni clamorose vanno a braccetto con realtà medio piccole o minuscole, per un mosaico complessivo dalle tessere variegate.
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