Nel ristretto mondo del vino italiano, il Piemonte rimane una regione centrale, soprattutto quando il nocciolo della questione riguarda qualità e non quantità. D’altra parte, quando si ha la fortuna di avere un vitigno come il nebbiolo, ormai ampiamente sdoganato da appassionati e grandi sommelier di tutto il mondo e considerato alla stregua delle denominazioni più prestigiose dell’enologia globale, la questione non si pone neanche. Quindi anche nella nostra selezione regionale dei vini premiati il nebbiolo rimane in posizione preminente con ben 38 vini.
Ciò che ci interessa notare è la meritata crescita della Barbera e di tutto il territorio del Monferrato che è sempre stato il polmone viticolo regionale. In questa zona le uve barbera e nebbiolo hanno sempre sfamato i contadini. Il moscato continua il suo percorso tra alti e bassi (tra Moscato d’Asti tappo raso, freschi dell’ottenimento della Docg Canelli, e Asti Spumante metodo classico le eccellenze non mancano), la barbera sembra, invece, aver trovato un’ottima velocità di crociera. Quest’anno è proprio quest’ultima a far notare i progressi più esaltanti con un bel numero di vini premiati (quattro Barbera d’Asti, due del Monferrato e tre Nizza). La duttilità del vitigno emerge scorrendo i Tre Bicchieri, dove si trovano numerose Barbera 2019 e persino una 2020. Questa uva è in grado di produrre grandi vini da invecchiamento e fantastici rossi giovani e fruttati. Ruché e Grignolino coronano questa magnifica prova d’insieme. Se a tutto ciò aggiungiamo che l’Alta Langa non ha cedimenti, allora il futuro sembra più rosa anche per questa area. Poche parole in chiusura per evidenziare come questo entusiasmo generale ha coinvolto anche le zone già blasonate e ha spinto tante giovani cantine a mettersi in gioco per tenere alto il nome del Piemonte viticolo. Quindi anche quest’anno, oltre alle cantine che riconquistano il massimo riconoscimento dopo anni di digiuno, ce ne sono quattro che li ottengono per la prima volta, di cui ben tre con il Barolo, dove sembrava non esserci più nulla da scoprire: Réva con il Barolo Cannubi ’17, Lo Zoccolaio con il Barolo Ravera Riserva 2015, i Fratelli Monchiero con il Barolo Rocche di Castiglione 2017 e il Lessona 2018 di Villa Guelpa.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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