Continua il nostro viaggio tra i filari centenari d’Italia, nei vigneti che hanno resistito all’attacco della fillossera che ha distrutto i vecchi ceppi a piede franco agli inizi del ‘900 portando ai reimpianti su piede americano. Nel mensile di novembre siamo andati in Campania e in Sardegna per capire cosa custodiscono e come i vini “originari” possano dare emozioni particolari in territori di antichissima tradizione enologica
Campania e Sardegna sono accomunate da una storia antichissima nel campo della viticoltura. Verso la metà dell’VIII a.C. i coloni greci fondarono i primi scali commerciali a Ischia e Capua. Nel corso dell’XI e VIII secolo a.C., i Fenici cominciarono la colonizzazione della costa sud-occidentale della Sardegna, con gli insediamenti di Tharros, Bithia, Nora, Sulki e Karalis. Il ritrovamento di vinaccioli nel sito nuragico di Sa Osa, nei pressi di Cabras, databili tra il 1300 e il 1100 a.C., ha messo in luce che la domesticazione della vite in Sardegna è cominciata ben prima degli scambi commerciali con la civiltà fenicia e molto probabilmente la stessa cosa è avvenuta in Campania, nelle terre dell’antica Enotria. Oltre a condividere una millenaria tradizione nella coltivazione della vite, le due regioni possiedono terroir caratterizzati dai suoli sabbiosi, che hanno preservato le viti dall’attacco della phylloxera.
Nel numero di novembre del mensile Gambero Rosso vi portiamo tra i filari a piede franco del Sud, tra Campania e Sardegna: abbiamo tracciato la mappa delle vigne centenarie e vi consigliamo le 10 etichette da non perdere per capire cosa significhi fare vino da uve figlie di viti secolari. Per avere un parere sul ruolo che possono giocare nella ristorazione avere nelle carte dei vini etichette da vigne centenarie, abbiamo sentito Maurizio Cerio, Sommelier del ristorante Don Alfonso 1890 di Sant'Agata sui Due Golfi. Abbiamo sentito anche il parere di uno dei più famosi esperti e potatori di viti al mondo, Marco Simonit, che smentisce quanto affermato nella puntata precedente dal prof. Attilio Scienza. Infatti, dice Marco che “i vini da vigne centenarie hanno una tessitura, un carattere, un’identità particolare... Lavoro con molti produttori di Bordeaux e della Borgogna, tutti hanno il terrore di perdere lo stile del vino, che si consolida soprattutto attraverso le caratteristiche dell’uva che viene da vigne che nel tempo sono diventate interpreti di quel terroir”.
Questo e tanto altro, con il racconto delle aziende e dei vignaioli che seguono le loro vigne vecchie di secoli, lo trovate sul mensile Gambero Rosso di novembre.
parole di Alessio Turazza – infografiche di Alessandro Naldi
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