Ecco dove trovare e come cucinare l'uovo più grande al mondo, quello di struzzo

30 Gen 2025, 18:07 | a cura di
Guscio indistruttibile, tuorlo gigantesco e una cottura che richiede ore. Ecco quello che c'è da sapere sull'uovo di struzzo, protagonista della 15esima puntata di MasterChef Italia 14

Un guscio così resistente da poter reggere il peso di un uomo. Un tuorlo grande come venti di gallina. E un prezzo che le rende una rarità sulle tavole, più oggetto di curiosità che ingrediente del quotidiano. Le uova di struzzo erano ben conosciute già 60mila anni fa, nell’attuale Sudafrica, utilizzate per creare ornamenti, contenitori e boccali per i riti religiosi; mentre in epoca romana erano considerate una prelibatezza (riservata solo ai più ricchi). Ma cosa le rende ancora così particolari? Dove si trovano e, soprattutto, come si cucinano?

Caratteristiche delle uova di struzzo

Un singolo uovo di struzzo può pesare fino a 1,5 kg, contenendo l’equivalente di 20-25 uova di gallina. Il guscio, incredibilmente resistente, è talmente duro da richiedere l’uso di martelli o attrezzi appositi per essere aperto. Proprio questa caratteristica lo rende prezioso anche per usi decorativi: inciso, dipinto o impreziosito con metalli, il guscio delle uova di struzzo era un oggetto di lusso già nell’antichità, rinvenuto in tombe egizie, relitti dell’età del bronzo e siti archeologici in tutto il Mediterraneo. Dal punto di vista nutrizionale, le uova di struzzo non si discostano molto da quelle di gallina: ricche di proteine e vitamine del gruppo B, sono una fonte eccellente di ferro. E il loro sapore? Molto simile a quello delle uova di gallina, ma con una nota più delicata.

Uovo di struzzo proveniente dalla tomba della Nave di Cerveteri esposto al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma

Dove si producono

Se pensiamo agli struzzi, l’immaginario collettivo ci porta immediatamente nelle vaste pianure dell’Africa. Ed è proprio qui, in paesi come Sudafrica, Kenya e Namibia, che si concentra la produzione delle uova di struzzo, grazie a un clima favorevole e a una lunga tradizione di allevamento. L’industria non si ferma però al continente africano: anche in Australia si sono sviluppate fattorie dedicate alla produzione di uova, carne e pelle di struzzo.

E in Europa? Nonostante il consumo sia ancora di nicchia, esistono allevamenti anche in Francia e Italia, dove le uova di struzzo sono destinate a mercati locali e ristoranti. Negli Stati Uniti, invece, l’allevamento di struzzi ha una storia travagliata: inizialmente pubblicizzati come “la nuova carne rossa” del XX secolo, questi volatili non hanno mai realmente conquistato il pubblico americano, e oggi sono più un’attrazione turistica che una realtà produttiva. Nella maggior parte dei casi, comunque, per acquistare un uovo di struzzo bisogna rivolgersi direttamente ad un allevamento.

Quanto costa un uovo di struzzo?

Rarità e difficoltà di produzione si riflettono nel prezzo: un singolo uovo di struzzo può costare dai 10 ai 25 euro in Europa, mentre negli Stati Uniti i prezzi salgono vertiginosamente, con alcuni allevamenti che li vendono anche a 60 dollari l’uno. Il guscio, tuttavia, viene spesso riutilizzato, riducendo gli sprechi e aggiungendo valore al prodotto.

Come si cucina

Nonostante le dimensioni impressionanti, cucinare un uovo di struzzo non è molto diverso dal trattare un normale uovo di gallina, se non per i tempi di cottura.

  • Sodo: per bollire un uovo di struzzo servono dai 45 minuti a un’ora.
  •  Frittata o omelette: perfetto per sfamare una famiglia intera, può essere cucinato con verdure e spezie come un normale uovo di gallina.
  • Strapazzato o in camicia: il sapore delicato si presta a una cottura semplice, magari con l’aggiunta di erbe aromatiche.
  • Dolci e pasticceria: il tuorlo, ricco e cremoso, è perfetto per creme e gelati.

Nei mercati africani, l’uovo di struzzo viene spesso cotto direttamente sulla brace, praticando un piccolo foro nella parte superiore e mescolando l’interno con un bastoncino, un metodo che si dice risalga ai nomadi dell’antichità.

La Pala di Brera (o Pala di Montefeltro) di Piero della Francesca conservato alla Pinacoteca di Brera di Milano

L’uovo di struzzo nell’arte

Non è certo un caso che l’uovo abbia assunto nei secoli un forte valore simbolico: la sua forma perfetta e il suo legame con la nascita lo hanno reso un emblema universale di vita e rigenerazione. Il mito dell’uovo cosmico, da cui avrebbe avuto origine l’universo, affonda le radici nelle civiltà più antiche e, proprio come l’albero della vita, ha attraversato epoche e culture mantenendo intatto il suo significato di rinascita. Con il Cristianesimo, l’uovo diventa anche simbolo della resurrezione, motivo per cui è al centro delle celebrazioni pasquali. Fin dal Medioevo, inoltre, è associato alla figura della Maddalena, spesso raffigurata con un uovo – talvolta rosso – tra le mani. ù

Nel Rinascimento, Piero della Francesca lo rende protagonista della sua Sacra Conversazione (1474): qui l’uovo di struzzo, sospeso al centro della scena, richiama l’Immacolata Concezione della Vergine e, più in generale, il concetto di rinascita. Ma la sua presenza non è solo simbolica: ha anche una funzione prospettica. L’uovo, illuminato da sinistra, pende da una conchiglia in ombra, suggerendo una profondità spaziale che altrimenti verrebbe meno. Se mancasse, lo sfondo apparirebbe piatto e meno tridimensionale. Un dettaglio così essenziale che quasi si dimentica che, in realtà, quell’uovo non proietta alcuna ombra.

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