Sono trascorsi più di 25 anni da quando la Red Bull ha inventato il concetto di energy drink con caffeina negli Stati Uniti. La bevanda che ti mette le ali ha spianato la strada a moltissimi altri brand. Oggi il mercato di energy drink in America è in crescita, ma di pari passo sta aumentando anche il contenuto di caffeina all’interno delle bevande.
Gli energy drink che impazzano in America
Senza zuccheri aggiunti, a basso contenuto calorico… sono frasi in cui è facile imbattersi leggendo le etichette dei drink in commercio. Prodotti che promettono un aspetto salutare ben lontano dalla realtà: la maggior parte di questi drink ha un contenuto di caffeina eccessivamente elevato, al punto che spesso una sola lattina presenta un quantitativo di caffeina pari a quello di sei lattine di Coca Cola. Un elemento non dannoso in sé, la caffeina, ma che in percentuali elevate può portare a effetti spiacevoli per la salute, soprattutto per l'apparato cardiovascolare, senza dimenticare i problemi gastrointestinali che possono derivare da un consumo spasmodico della sostanza. Il problema è che la maggior parte di queste bibite sono destinate a un pubblico giovane, lavoratori che devono seguire i turni e studenti.
La caffeina negli energy drink
Eppure, un tempo c’era la soda. Era lei a dominare la scena: il graduale abbandono della bevanda gassata (e zuccherata) è in parte responsabile dell’aumento dei consumi di energy drink. Jim Watson, per esempio, analista di una banca con sede in Olanda, ritiene che i drink con caffeina siano stati scelti come alternativa “più salutare” alla vecchia soda, anche perché la maggior parte sono vendute come “zero zuccheri e zero calorie”. Un messaggio che facilmente affascina un pubblico attento alla linea. Tra i marchi più famosi del settore, Gatorade, che fin da subito si è ricavato una posizione privilegiata nel mercato dedicato agli atleti, con la promessa di reintegrare liquidi dopo l’esercizio fisico. Un’altra azienda che sta abbracciando il trend della caffeina: proprio quest’anno Gatorade ha lanciato Fast Twitch, bibita senza zucchero disponibile in diversi gusti e con livelli di caffeina pari a più di due tazze (non tazzine!) di caffè.
Le bibite con caffeina nelle scuole
Un altro nome noto tra gli appassionati di energy drink è quello di Celsius. Per capire l’importanza di questa fetta di mercato, basti sapere che un colosso come PepsiCo ha sborsato ben 550 milioni di dollari per una percentuale dell’8.5% di Celsius. Un marchio che lo scorso maggio ha dichiarato dei ricavi di 260 milioni di dollari solo nel primo trimestre del 2023, il doppio rispetto all’anno precedente. E le prospettive per il futuro sono più che rosee: i numeri potrebbero con buon probabilità salire a 1 miliardo di dollari quest’anno. Anche la Monster Energy è in crescita: nell’ultimo anno è le vendite sono aumentate del 31%. Bevande che hanno fatto il loro ingresso anche nelle scuole: a marzo i prodotti Prime Energy sono arrivati nelle mense degli istituti scolastici di Wilmington, nel Massachusetts, ma tanti ragazzi sono poi finiti in infermeria accusando un aumento significativo del battito cardiaco, scatenando così le polemiche dei genitori.
Sono diverse le scuole nel Regno Unito e in Australia che stanno bandendo gli energy drink. E anche gli istituti in America che non possono servire bevande con caffeina a studenti di scuola elementare o media. Ma la strada da percorrere è ancora molto, molto lunga (e senza ali in aiuto).