«Si può bere dalle fontanelle? E l'acqua del rubinetto in albergo è sicura? Il ghiaccio è fatto con acqua potabile?». Queste sono solo alcune delle domande che il turista straniero, perlopiù statunitense, si pone quando viene in Italia. La scena si tinge di bianco e nero, alla tv c'è Carosello, Audrey Hepburn è in sella a una Vespa con Gregory Peck, Sophia Loren mostra le ascelle non depilate, e i Sassi di Matera sono una vergogna perché mancano le più basilari norme igieniche. Ecco elencati alcuni dei preconcetti sull'Italia di quell'epoca. Fra questi, fa capolino lo spauracchio dell'acqua non potabile. A distanza di tanti anni, la prima scelta delle vacanze per milioni di turisti, città d'arte e monumenti presi d'assalto da un turismo mordi e fuggi, è possibile che il turista benestante influenzato dai media digitali - informato e desideroso di spuntare la casella "vivere la dolce vita" e di gustare l'amato cibo italiano - ancora teme di non poter bere l'acqua del rubinetto?
La risposta breve è sì, il turista anche se ben informato, e che spende per viaggiare in Italia, vive ancora con il dubbio di quei cliché, tracce di leggero razzismo, e tanta ignoranza.
I dubbi sull'acqua italiana
La risposta ai quesiti spaventati del turista che crede di vivere in una simulazione de I Soliti Ignoti è semplice: Tutta l'acqua del rubinetto in Italia è potabile, per legge. Le regole per la qualità dell'acqua potabile in Italia seguono le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia il principale riferimento normativo è il Decreto legislativo 31 del 2 febbraio 2001, che dà attuazione alla Direttiva CE 98/83, con la finalità di "proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità".
Ogni comune italiano ha le proprie fonti d'acqua e ciascuna di queste viene trattata in modo diverso per renderla potabile. Questo influisce sul sapore dell'acqua del rubinetto, ma non sulla sua sicurezza. Per questo a Firenze l'acqua ha un odore e un sapore diverso dall'acqua di Torino. Sono tutte potabili. Va detto che la maggior parte dell'acqua del rubinetto in Italia è "dura", ossia con un residuo fisso alto, e presenza di calcio e magnesio. Questa acqua non è indicata per chi soffre di calcoli renali. Ma è pur sempre potabile.
Fontane e fontanelle
A Roma arrivano ogni anno 500 milioni di metri cubi di acqua. In questo computo, oltre alla fornitura casalinga, nella città eterna ci si può anche dissetare per strada grazie all'acqua che sgorga dalle fontanelle dalla caratteristica forma cilindrica, che i romani chiamano affettuosamente "nasoni". Nati nel 1874 da un'idea rivoluzionaria dell’allora sindaco Luigi Pianciani: erogare acqua potabile gratuita nel centro e nelle borgate. I nasoni, originariamente costruiti in ghisa, erano inizialmente provvisti di tre bocchette a forma di drago. Negli anni seguenti, il disegno delle fontanelle venne modificato: l'ottone ha sostituito la ghisa e le tre bocchette decorate lasciano il posto a un unico cannello liscio: da qui il nomignolo che deriva dalla forma ricurva della cannella che ricorda un grande naso. Qualche bocchetta a forma di drago si può ancora trovare davanti al Pantheon, in via di San Teodoro, e in via delle Tre Cannelle. La bocchetta dei nasoni ha un piccolo foro nella parte superiore. Tappando con un dito il flusso principale, l'acqua zampilla verso l'alto; un piccolo trucco per bere più facilmente. Oggi, i nasoni romani sono quasi 2.500 e l'acqua che erogano è freschissima tutto l'anno per il continuo scorrere, la stessa acqua distribuita nelle case dei romani da oltre 100 anni. L'evoluzione odierna delle fontanelle romane sono le "Case dell'acqua", un progetto Acea dove è possibile usufruire di una distribuzione di acqua fredda e filtrata liscia o frizzante, nonché ricaricare tablet e smartphone, il tutto gratuitamente. Anche davanti a questi piccoli capolavori dai quali scorre refrigerio ricco di minerali, dalle cui bocchette tutti bevono o riempiono bottiglie e borracce, il turista tentenna, sospettoso.
L'acqua del rubinetto al ristorante
Fanno sorridere quei turisti che ovviano il timore dell'acqua del rubinetto (per loro sospetta) ordinando al ristorante acqua frizzante, pensando sia in bottiglia, ignari del fatto che molti locali usano gasatori a base di anidride carbonica. Le bottiglie o caraffe che arrivano al tavolo sono spesso piene di acqua del rubinetto gassata in loco. Fanno sorridere meno i turisti che si lamentano che l'acqua minerale in bottiglia costa troppo, o che non è inclusa nel coperto. Per non parlare degli influencer statunitensi che sbalorditi non capiscono perché l'acqua non viene servita senza ghiaccio e il concetto di refill gratuito non ci appartiene. Ma questa è un'altra storia.