Per contrastare l'overtourism nelle città italiane invase durante i mesi estivi serve «un sistema di prenotazione con dei limiti che tengano conto della capacità di carico, e incentivino i visitatori a spostarsi dai periodi più frequentati a quelli più scarichi». Jan van der Borg, economista e docente dell'università Ca' Foscari di Venezia e a Lovanio, non usa mezzi termini per parlare del problema legato ai flussi turisti che rischiano di esasperare molte realtà italiane. In un'intervista a Repubblica parla del modello Venezia e il ticket giornaliero (qui per sapere come si compra), che secondo lui non funziona: «Far contribuire alle spese chi visita non è un'idea sbagliata, ma è stata implementata male, con un sistema pieno di esenzioni e dagli alti costi di gestione. Inoltre, non ha ridotto i flussi».
Un sistema di prenotazione "democratico"
Tornano al sistema di prenotazione, van der Borg sostiene che sia «il più democratico». Ci sono alcuni siti, come la Città proibita di Pechino o l'Alhambra di Granada, che «già lo applicano». Al momento, però, la misura non riguarda intere città o centri storici, «ma credo che in alcuni ci si arriverà inesorabilmente». Quanto al pagamento: «Nei musei si paga, penso che un contributo si possa chiedere anche a chi visita un centro storico», aggiunge.
Il sistema di prenotazione, dunque, permetterebbe alle città più frequentate durante le vacanze di tirare il fiato. «Qualsiasi destinazione - spiega - ha una soglia massima che si chiama capacità di carico, data dalle sintesi dei sistemi che offre ad abitanti, pendolari e turisti: trasporti, parcheggi, ristoranti, monumenti, spazi pubblici. Quando la domanda cresce troppo e uno di questi sistemi va in crisi nasce una conflittualità tra i locali e chi visita» Venezia, ad esempio, riceve 30 milioni di visitatori l'anno contro una capacità stimata di 19 milioni, «città come Verona stanno cominciando a sperimentare l'effetto devastante sul centro storico».
Il problema degli affitti brevi
C'è poi l'annosa questione degli affitti brevi, tra i problemi più sentiti dai cittadini, con la moltiplicazione degli affitti turistici e il loro effetto su prezzi e disponibilità di case. «Il nesso tra affitti brevi e disagio abitativo o spopolamento dei centri storici è difficile da dimostrare», dice l'economista a Repubblica. Certo, «qualcosa va fatto», ma «senza demonizzare chi mette un appartamento sulle piattaforme, ma semmai chi ne ha 40 o 50, di fatto un albergo abusivo».